"Nous avons accueilli ta miséricorde, Seigneur"
Pentecôte 2013
La tradition désormais longue de quarante ans de cette lettre de nouvelles pour les amis continue et transforme en une lettre de communion avec vous tous le grand don reçu de pouvoir accueillir à Bose deux patriarches bien-aimés
Lettre aux amis n°56
Pentecôte 2013
Chers amis et hôtes,
dans ce numéro de notre Lettre aux amis vous ne trouverez pas, comme à l'ordinaire, une réflexion sur un événement ou une période de la vie ecclésiale. Ceux d'entre vous qui nous suivent assiduement, ou désirent occasionnellement connaître ce qui nous tient à coeur et nous fait vivre quotidiennement dans l'Église et dans la compagnie des hommes, ont de nombreuses occasions de le faire. Les articles du prieur paraissent régulièrement dans les journaux et périodiques ainsi que sur notre site, lequel contient encore bien des nouvelles, des images, des liens, des textes qui permettent un échange fécond également à ceux d'entre vous qui sont au loin. Mais la tradition désormais longue de quarante ans de cette lettre de nouvelles pour les amis continue et transforme en une lettre de communion avec vous tous le grand don que nous avons reçu de pouvoir accueillir à Bose deux patriarches bien-aimés.
Le Patriarche ? Bartholomée Ier à Bose
Quest'anno la festa liturgica di san Pacomio, padre del monachesimo cenobitico (15 maggio), è stata preceduta e seguita da due eventi straordinari per la vita della nostra comunità. Il 14 maggio il patriarca ? Bartholomeos I, che fr. Enzo aveva incontrato a lungo a Roma già lunedì 18 marzo, alla vigilia della liturgia eucaristica per l'inizio del ministero petrino di papa ? Francesco, ci ha fatto il dono di una sua visita: proveniva insieme al suo seguito da Milano, dove era giunto per il momento centrale delle celebrazioni della chiesa ambrosiana in occasione dei 1700 anni dell'Editto di Costantino. Verso le 16.30 tutti i fratelli e le sorelle, con l'abito liturgico, sono in piedi sul sagrato della chiesa in attesa del patriarca, insieme al vescovo Gabriele Mana. Con lui anche il vescovo di Pinerolo Piergiorgio Debernardi, e Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, cui si uniranno Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare di Milano, e Carlo Ghidelli, vescovo emerito di Lanciano-Ortona. Gli ospiti presenti, circa duecento, sono già seduti in chiesa. Le campane iniziano a suonare a distesa per accogliere il patriarca Bartholomeos in un clima di festa: scende dall'auto di fronte alla chiesa, e dopo aver salutato calorosamente fr. Enzo, si avvia verso l'entrata. Lo seguono gli altri membri della delegazione del patriarcato ecumenico: ? Apostolos metropolita di Derchon; ? Gennadios, metropolita d'Italia; l'archimandrita Evànghelos, vicario dell'Arcidiocesi ortodossa d'Italia; il diacono Andreas e p. Theofylaktos, parroco della chiesa greco ortodossa di Milano. Mentre la comunità intona il Christós anésti in greco, il patriarca, insieme a fr. Enzo, avanza nella navata della chiesa e prende posto a sinistra dell'abside, dove è stata posta la cattedra della presidenza. Subito dopo, fr. Enzo, a nome della comunità, rivolge al patriarca un discorso di saluto. All'inizio delle sue parole, proprio quando sta dicendo che la visita del patriarca è un rinnovato segno della misericordia del Signore e un dono immeritato che accogliamo con gratitudine e con gioia, la voce di fr. Enzo tradisce una visibile emozione. Il legame che unisce noi tutti al patriarca da così tanti anni è molto forte, e lo sono anche la stima e l'amicizia personali tra il patriarca e il priore. Fr. Enzo ricorda la visita del 1997 e le varie altre occasioni di incontro che ci sono state in questi sedici anni e aggiunge: "Ci sia consentito dire che, in qualche maniera, siamo divenuti anziani insieme… Sì, abbiamo in qualche modo camminato insieme, o meglio, il suo cammino spirituale ci è stato di esempio…".
Il patriarca esprime la sua grande gioia di trovarsi ancora una volta in mezzo a noi, confessando di commuoversi "per lo sforzo spirituale di molti anni… per l'amore, per l'interesse e il rispetto per la chiesa e la spiritualità ortodossa manifestatosi in vari modi…". I primi vespri della festa di san Pacomio si concludono con la solenne benedizione che il patriarca impartisce in greco a tutti i presenti: "La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito santo siano con tutti voi!". Ci dona poi un prezioso evangeliario in lingua greca con questa dedica: "Alla comunità di Bose come benedizione della santa e grande chiesa Chiesa di Cristo per le lotte spirituali dei suoi membri e per il loro impegno per l'unità di tutti". Accompagnato da fr. Enzo e da altri fratelli, il patriarca, insieme ai membri della delegazione, esce dal portone della chiesa e si reca negli spazi dell'accoglienza dove si ferma ad ammirare il "muro degli pneumatofori", dove è inciso da tempo anche il suo nome.
Il patriarca ha fatto poi una breve sosta presso la vecchia cappellina, dove intona ancora una volta il Christós anésti, e passa nel cortile principale ammirando gli affreschi dei muri esterni che rappresentano i santi monaci: Pacomio, Francesco, Chiara. Mentre cammina, una frase affettuosa ritorna sulle sue labbra: «È tutto bello qui!»… Dopo un giro nell'orto della comunità, la cena: durante il pasto il clima è estremamente fraterno e il patriarca mette a parte i fratelli presenti delle sue riflessioni e le sue speranze per il futuro dell'ecumenismo. Al suono delle campane del cortile, i fratelli e le sorelle si raccolgono davanti ai locali dell'accoglienza insieme agli ospiti presenti e danno un ultimo saluto al patriarca, che si augura di visitare ancora il nostro monastero "per la sesta volta".
Davvero non abbiamo parole adeguate per esprimere il nostro ringraziamento al patriarca Bartholomeos, alla sua delegazione ma soprattutto al Signore per i suoi doni e la sua misericordia che sempre ci prevengono e ci riempiono di stupore. Grazie!
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