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VIII Domingo do Tempo Ordinário


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L’affermazione evangelica della provvidenza di Dio non solo non produce disimpegno, ma tende a portare il credente all’essenziale, liberandolo da ciò che può divenire ostacolo al pieno dispiegamento della vita e della fede. La fede nel Dio che “sa ciò di cui avete bisogno” (cf. Mt 6,32) libera lo sguardo dell’uomo dal rinchiudersi nelle proprie ristrettezze e dalla tentazione idolatrica. Lo sguardo di Dio è appunto lo sguardo che pro-vede, “vede anticipatamente” e “vede in favore di”: vede oltre i bisogni umani e mira a ciò che essenziale e più profondo nell’uomo - il suo desiderio - e lo orienta. “Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,33). Ovviamente, questo discorso, che Gesù fa a persone che hanno liberamente deciso di impegnare la loro vita nel discepolato, non può essere rivolto a chi vive nella miseria e muore di fame.
Gesù invita a non affannarsi per il domani, ma a vivere ogni giorno come oggi di Dio. L’attimo presente è il frammento di tempo e di vita in cui si può vivere con pienezza il senso del tempo e della vita, ovvero l’amore per il Signore e per le creature. Lungi dall’essere una fuga dalla realtà, questa indicazione radica il credente nell’oggi e lo chiama a viverlo davanti a Dio. Ha scritto sr. Odette Prévost, uccisa in Algeria il 10 novembre 1995: “Vivi l’oggi: Dio te lo offre, è tuo, vivilo in Lui. Il domani è di Dio, non ti appartiene. Non trasferire sul domani la preoccupazione di oggi: il domani è di Dio, rimettilo in Lui. Il momento presente è un fragile ponte: se lo appesantisci con i dispiaceri di ieri e con l’inquietudine di domani, il ponte cede e tu non puoi passare. Il passato? Dio lo perdona. Il futuro? Dio lo dona. Vivi l’oggi in comunione con lui”.

L’adesione all’oggi è misura di protezione dalla tentazione di voler possedere il futuro e di aver presa sul domani. Essa si oppone al diffuso consumismo del tempo che si nutre di oroscopi e di astrologia ed è ciò che consente di sperare: “C’è speranza solo là dove si accetta di non vedere il futuro” (fr. Christian, monaco di Tibhirine).

L’esempio degli uccelli che non seminano e non mietono non vuole certo proporre atteggiamenti di disimpegno o di fuga dal lavoro, ma ricordare che non l’uomo è per il lavoro, ma il lavoro è per l’uomo. Il lavoro, così come la ricchezza, può schiavizzare l’uomo, invece di aiutarne il processo di liberazione.

LUCIANO MANICARDI

Comunità di Bose
Eucaristia e Parola
Testi per le celebrazioni eucaristiche - Anno A
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