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VIII Domingo do Tempo Ordinário


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GIOTTO, Volto di Cristo
GIOTTO, Volto di Cristo
27 Fevereiro 2011
Reflexões sobre as leituras
de
LUCIANO MANICARDI
O texto evangélico confirma a bondade providente de Deus para com os Homens. Mas como nos pede o evangelho que entendamos a Providência - uma ideia já cara à filosofia estóica?

domenica 27 febbraio 2011

Anno A

Is 49,14-15; Sal 61; 1Cor 4,1-5; Mt 6,24-34

Le immagini della madre (I lettura) e del padre (vangelo) designano la cura di Dio per l’uomo. L’atteggiamento per cui Dio si prende cura dell’uomo si fonda sulla sua memoria, sulla memoria vissuta come responsabilità: “Si dimentica forse una donna del suo bambino? … Anche se costoro si dimenticassero, io non ti dimenticherò mai” (Is 49,15).

Il testo evangelico afferma la bontà provvidente di Dio per gli umani. Ma come il vangelo ci chiede di intendere la provvidenza, che era un’idea ben nota già alla filosofia stoica? Se spesso la provvidenza, intesa come forma del rapporto tra Dio e mondo, designa l’onnipotenza divina che governa il corso delle cose, dal cosmo fino all’individuo, il passo evangelico suggerisce di intenderla anzitutto come modalità di porsi dell’uomo davanti al mondo, alla vita e al Creatore. Non a caso il testo mette in guardia il credente dalle preoccupazioni, dagli affanni e dall’inquietudine. Questa modalità di porsi davanti a Dio e al mondo è interna all’atto di fede. “Sentirsi amato: così potremmo riassumere l’esperienza che noi possiamo fare della provvidenza. Essere amato, ovvero, sentire di esistere per qualcuno, ma anche grazie a qualcuno” (Michel Deneken). L’atto di fede conosce anche il tono della fiducia e dell’abbandono confidente, del sentirsi preceduto e accolto, raggiunto e visitato, destinatario della cura del Dio fedele. Non si tratta di un atteggiamento banalmente ottimistico o spiritualistico, dimentico della dimensione del tragico e dell’irredento che traversa il mondo, ma della coscienza di filialità che unisce il credente al suo Creatore e che suscita in lui la solidarietà con tutte le creature, la comunione con il creato e la responsabilità verso gli altri uomini.

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