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A arte de viver


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arteinsieme.net, 7 Julho 2011
de RENZO MONTAGNOLI
Se dopo aver letto Ogni cosa alla sua stagione non mi stupisco più per le straordinarie qualità di Enzo Bianchi, con Il pane di ieri mi ritrovo in ogni pagina

98816e9879b0108311f380d843241074.jpgSIR600.jpgarteinsieme.net, 7 luglio 2011

Oggi in cui tutto è a breve durata, tutto è «in prova», tutto senza memoria; oggi in cui ogni scelta è rimandata e, non appena presa, è revocabile alla prima difficoltà; oggi in cui non si ha nemmeno la percezione che esista un «dover essere e fare» per ciascuno.

La vita di ognuno di noi è un dono, venire al mondo è un omaggio, il più grande che ci viene fatto, ma siamo sicuri che proprio per questo la nostra esistenza  abbia un senso? Siamo veramente consapevoli che, perché regalata, la vita non si debba imparare?  Per quanto possa sembrare strano il fatto che noi procediamo in questo mondo è un dovere, un mestiere non certo agevole e quasi sempre faticoso, il mestiere di vivere, come con grande acutezza definì l’esistenza Cesare Pavese.

Se dopo aver letto Ogni cosa alla sua stagione non mi stupisco più per le straordinarie qualità di Enzo Bianchi, con Il pane di ieri mi ritrovo in ogni pagina, in ogni riga, frutto com’è di una continua pacata riflessione.

E’ certo il libro di chi arrivato a una certa età, diciamo metaforicamente alla stagione autunnale della vita, si volge all’indietro, e non tanto per fare un bilancio, bensì per riannodare il presente al passato, nella prospettiva di un futuro che sarà  gratificante quando si sarà verificato che la propria esistenza costituisce un unicum, un succedersi di fatti ed eventi di cui, per lo più, siamo stati artefici.