Message de Pavel, métropolite de Minsk et Sluck
XXIII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
MISERICORDIA E PERDONO
Bose, 9-12 settembre 2015
in collaborazione con le Chiese Ortodosse
MESSAGGIO DI PAVEL, METROPOLITA DI MINSK E SLUCK
Reverendissimo Padre Enzo Bianchi!
Eminenti vescovi!
Cari padri, fratelli e sorelle!
Vi saluto cordialmente al 23° Convegno Internazionale sul tema “Misericordia e perdono” nella spiritualità ortodossa!
Il tema del nostro convegno è molto attuale. Oggi la comunità mondiale ci mostra dei processi tra loro molto contraddittori: da una lato, la tendenza a una unione globalizzante, promossa dalle attuali tecnologie dell'informazione; dall'altro lato, una crescente incapacità di comunicazione spirituale tra gli uomini, che porta agli aspri conflitti interni e internazionali di cui siamo testimoni.
E’ facile capire che questa contraddizione deriva dalla mancanza di rapporti compassionevoli e misericordiosi verso il prossimo, da un approccio egoistico alla realtà in cui si vive. “Gli uomini indifferenti e privi di misericordia – scrive lo starets Paisij Svjatogorec – che si occupano solo di sé stessi, soddisfacendo sfrenatamente i propri bisogni materiali, si riempiono l’animo di ansie, soffrono di rimorsi di coscienza e patiscono tormenti già in questa vita. L’uomo misericordioso, che effonde amore sul prossimo, viene a sua volta effuso dell’amore di Dio e delle Sue generose benedizioni”.
La teologia ortodossa, sul fondamento della Sacra Scrittura, afferma che nel nostro rapporto con il prossimo si rivela il nostro amore a Dio. Se amiamo il prossimo, ci avviciniamo al Creatore, se invece nutriamo odio, ci allontaniamo infinitamente da Lui. Il Signore chiama ogni cristiano alla Divina perfezione, perciò ci ha detto non solo di perdonare i nostri nemici, ma di amarli: amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc, 6,35-36).
Il cristiano insomma è chiamato a essere misericordioso, a perdonare e persino amare i nemici. Questo comandamento, che a prima vista appare quasi impraticabile, nella sua sostanza è del tutto naturale. “Ama il peccatore e odia il peccato!” – dice san Giovanni Crisostomo. Non possiamo odiare un uomo per il fatto che cede al peccato, perché tutti siamo peccatori. Tutti offendiamo Dio quando commettiamo qualche peccato, e ne facciamo molti, ma Dio è paziente, ci dà la grazia e ci colma di benefici.
Non si può paragonare l’offesa portata da un uomo a un altro uomo con l’offesa portata dall’uomo a Dio. Chi ci offende è un nostro pari, e spesso lo fa meritatamente, ma chi offende Dio è una Sua creatura, la cui vita dipende interamente da Lui. Perciò il Salvatore ci invita a imitare Lui nell’amore e nella benevolenza, ad essere indulgenti vero chi ci odia e ci offende. Il Signore confermò questo comandamento con il sacrificio della Croce, quando nella sofferenza pregò per coloro che Lo crocifiggevano: Padre! perdona loro, poiché non sanno quello che fanno (Lc, 23,24).
Alla luce di quella salvifica sofferenza impallidisce ogni offesa che un uomo possa portare a un uomo, dunque ogni cristiano è chiamato a essere misericordioso e a perdonare. L’amore per i nemici è proprio ciò che distingue il seguace di Cristo dal mondo in cui vive, è quel sale della terra di cui parla il Salvatore nel Discorso della montagna (Mt 5,13).
Cari partecipanti al convegno! Vi sono profondamente grato per la grande attenzione che rivolgete ai principali temi della spiritualità ortodossa, che saranno discussi nel convegno. Ringrazio gli organizzatori di questi incontri che da molti anni si svolgono nel monastero della Trasfigurazione. Imploro su di voi la benedizione divina, augurandovi buoni frutti nel benedetto lavoro che vi attende!
Pavel
Metropolita di Minsk e Zaslavsk,
Esarca patriarcale della Bielorussia