Bose, gli Ortodossi: «Le armi non si devono benedire»
Vatican insider, 6 settembre 2014
La necessità che le chiese ortodosse si liberino dal nazionalismo e dai legami con gli Stati nazionali in cui si trovano a vivere, è emersa in uno dei momenti di più intenso dibattito della quattro giorni delle Chiese Ortodosse al Monastero di Bose. Vescovi e teologi, monache e studiosi laici, non si sono sottratti a domande sulle guerre in atto in Ucraina e in Medio Oriente. Da parte di molti del pubblico è stato affermato che «la fede cristiana non ammette la sacralizzazione di nessuna terra, poiché tutta la terra appartiene a Dio» e che ovunque i cristiani si trovino a vivere, devono avere sempre la coscienza di essere anche e soprattutto «cittadini di un'altra terra, quella celeste ed escatologica».
È stata manifestata «l'urgente necessità per la Chiesa, per ogni chiesa» nel contesto degli attuali conflitti, di non difendere soltanto i «suoi, ma tutte le vittime senza distinzioni, di tutte le guerre e di ogni violenza». Unanime la considerazione dell'utilizzo strumentale delle religioni. Alla domanda venuta dal pubblico, «la chiesa può benedire le armi?», la risposta è stata «no, il Vangelo non ammette dubbi su questo».
Tuttavia è stato riconosciuto che nella realtà, da alcune parti, le armi vengono benedette, sia letteralmente che in senso metaforico. «Ma oggi più che mai - è stato rimarcato - esiste per le chiese un'alternativa a tale comportamento: usare la parola di cui dispongono per denunciare apertamente e con coraggio la violenza e le guerre».
E sempre nella mattinata è giunto dall'Amministratore della Chiesa ortodossa ucraina, Metropolita Antonij, l’appello a pregare per l'Ucraina e il suo popolo. «In Ucraina non cessa il versamento di sangue. E finora vani sono stati gli sforzi umani diretti al raggiungimento della pace - sostiene il metropolita che è anche rettore dell'Accademia teologica di Kiev - ad ogni liturgia la nostra chiesa invoca da Dio la difesa e l'aiuto». «Crediamo - conclude - che il Signore non ci abbandonerà e invierà all'Ucraina l'autentica pace».