Conclusões do Congresso

XVI Congresso Ecuménico Internacional de espiritualidade ortodoxa
A PATERNIDADE ESPIRITUAL NA TRADIÇÃO ORTODOXA
Mosteiro de Bose, 18 - 21 de Setembro de 2008
em colaboração com as Igrejas Ortodoxas

p. Michel Van ParysCONCLUSÕES DO CONGRESSO (em língua italiana)

Bose, 21 settembre 2008

Conclusioni lette da p. Michel Van Parys a nome del
comitato scientifico del Convegno

 

 

Ascolta le conclusioni del convegno (in francese):

 Il nostro XVI Convegno Ecumenico Internazionale è stato dedicato alla paternità spirituale nella tradizione spirituale ortodossa. Tutti e tutte siamo profondamente grati alla comunità di Bose per aver organizzato con tanto cuore e dedizione questi colloqui annuali che si tengono con la benedizione del Patriarca Ecumenico Bartolomeos I e del Patriarca di Mosca Alessio II.

Questi colloqui di Bose sono un vero e proprio dono di amicizia fatto alle chiese di occidente e anche un luogo di scambi ed esperienze spirituali per le chiese ortodosse. Il colloquio di quest'anno si è svolto per così dire ai piedi di un padre spirituale del nostro tempo, il metropolita Emilianos (Timiadis) di Silyvria, addormentatosi nel Signore pochi mesi fà. Era un uomo retro et ante oculatus, con gli occhi davanti e dietro cioè, che portava il suo sguardo sulla tradizione dei padri della chiesa e allo stesso tempo scrutava il divenire della Chiesa e del mondo di oggi. La testimonianza di monsignor Athenagoras di Sinope ce lo ha reso presente. E certamente monsignor Emilianos è stato felice che le nostre discussioni abbiano rispecchiato la sua ansia di radicamento da una parte, di prospettiva dall'altra. Il tema della paternità spirituale è troppo vasto per essere trattato adeguatamente in un solo convegno, è troppo vasto perchè abbiamo potuto presentare solo alcune grandi figure di padri e madri spirituali dal passato remoto a quello recente. Inoltre abbiamo dovuto limitarci ad alcune chiese ortodosse: abbiamo potuto incontrare alcune grandi figure spirituali dell'ortodossia greca, russa, serba, romena, georgiana. Ci sarebbe piaciuto incontrare anche padri e madri spirituali dell'ortodossia bulgara, araba, albanese e così via. Tuttavia va osservato che i convegni precedenti avevano evocato un gran numero di padri spirituali e nei documenti, nei libri, negli atti pubblicati, possiamo ancora reperire alimento per la nostra riflessione.

Ogni tentativo di compendiare un convegno, è in qualche modo un esercizio di equilibrio sul filo del rasoio. Dunque cercherò di riprendere alcuni elementi o l'essenziale delle comunicazioni che abbiamo ascoltato insieme, ma anche dei nostri scambi… una sintesi ha sempre un carattere soggettivo e senz'altro ciascuno di voi potrà completarla.

La paternità e maternità spirituale come obbedienza alla Parola di Dio

Come Gesù, il padre spirituale insegna con la propria vita, il proprio esempio e con la sua dottrina. Il padre e il figlio spirituale vivono assieme nell'obbedienza alla Parola di Dio contenuta nelle Sante Scritture, che interpella ciascuno ma anche la comunità. La Bibbia ci presenta modelli di paternità e di filialità spirituali: Mosè e Giosuè, Elia ed Eliseo, Gesù e i discepoli, Paolo e i suoi discepoli. La vita comune condivisa è una dimensione determinante di questo e là dove il Cristo Gesù è al centro di una comunione vissuta, là lo Spirito Santo trasforma il battezzato, sempre di più, rendendolo conforme al Cristo crocifisso e glorificato. Più volte abbiamo potuto udire a che punto la tradizione viva della paternità e maternità spirituale abbia svolto un ruolo provvidenziale durante la turcocrazia e durante il periodo delle persecuzioni comuniste. La Parola di Dio ascoltata insieme nelle sante Scritture feconda il rapporto tra padre e figli spirituali (pensiamo a san Giovanni Crisostomo e Olympias) e Nil Sorskij ci ricorda che in tempi di crisi e di indigenza spirituale occorre cercare le risposte nelle Sante Scritture, leggerle e meditarle continuamente, interpretarle con l'aiuto dei Padri. Sant' Ambrogio di Optjna, sant'Ignazio Briantchaninov e san Teofane il recluso preconizzeranno lo stesso approccio nel XIX secolo in Russia.

L'ascolto della Parola di Dio e dei Padri esige inoltre uno sforzo dell’ intelligenza: occorre tradurre, pubblicare, studiare e commentare . È la grande lezione di san Nicodemo Aghiorita e degli Starcy di Optina. Ciò ha consentito ad alcuni intellettuali, a scrittori e artisti di trovare la fede in Cristo. Ci si può chiedere se il nostro convegno non avrebbe dovuto studiare più da vicino alcuni esempi di attualizzazione della Tradizione in contesti intellettuali e spirituali specifici, così da trarne lezioni per noi oggi.
Un solo esempio: i Padri del deserto nel IV e V secolo non erano solo dei fellà egiziani ignoranti. Alcuni, in un'ansia di discernimento e nell'intento di chiarificare le regole della lotta spirituale, non hanno esitato a riprendere le tecniche di analisi della vita psichica attingendola dai filosofi, che erano considerati come maestri di saggezza. Hanno dunque aperto la via di alcune tecniche di guida spirituale di quelle che noi oggi chiameremmo le scienze umane? Che cosa potremmo fare oggi in questo campo senza tradire l'unicità della rivelazione cristiana e della paternità spirituale in Cristo?

Il ministero del padre spirituale

Il discernimento, lo abbiamo sentito esporre, è il cuore del carisma della paternità spirituale.
L'apertura del cuore (exagorefsis), cioè la confessione dei pensieri (loghismoi-cogitationes), buoni e cattivi, insisto: buoni e cattivi, è la strada del discernimento. La pratica cristiana frequente, se non quotidiana, dell'exagorefsis, porta il discepolo ad una conoscenza di se lucida e alla autentica umiltà. Abbiamo potuto ascoltare quanta importanza ancora oggi sia accordata, 17 secoli dopo sant'Antonio il grande, secondo Giovanni Cassiano, a un padre spirituale contemporaneo, il patriarca Pavle della Chiesa ortodossa serba, quanta importanza egli attribuisce al discernimento.
Il ministero del padre spirituale è una croce. San Benedetto e san Giovanni Climaco ci hanno ricordato che il padre spirituale deve dare la vita , deporre l'anima per i suoi figli spirituali. Egli è invitato a portare il fardello dei loro peccati, oltre a quelli suoi propri, a curare le malattie e le passioni dell'anima. Si farà tutto a tutti, per i semplici e per gli intellettuali. Correggerà e rimprovererà le cadute e i vizi, continuando ad amare i propri figli spirituali.

Abbiamo forse parlato troppo poco della responsabilità dei figli spirituali. Osserviamo tuttavia che devono mostrarsi onesti e trasparenti, imitare l'obbedienza di Gesù al Padre. Sono invitati a pregare affinchè lo Spirito Santo ponga nel cuore del padre spirituale le parole utili alla loro salvezza.
Il dovere di coscienza (sovest’ in russo, synìdisis in greco) che già era stato sottolineato da un grande spirituale del passato, Isaia di Scete, è stato più volte evocato. Il dovere di coscienza è un elemento della libertà dei figli di Dio, anche nel rapporto spirituale, e sarebbe da approfondire.

Tradizione unica con volti infinitamente diversi

La tradizione della paternità spirituale è unica pur avendo volti infinitamente vari. C'è la tradizione dei padri del deserto con uno o più discepoli, ciò che Giovanni Climaco chiama la vita nelle Scete o Skjti, ma ci sono stati anche i cenobiti (nel capitolo IV della Scala Giovanni elogia la loro umile obbedienza che supera tutte le altre virtù) e poi c'è la tradizione cenobitica di san Benedetto e di san Teodoro Studita, in cui il padre della comunità è padre per la comunità ed è padre per ciascuno.

C'è poi la tradizione dei padri spirituali dei laici che abbiamo scoperto ed è presente fin dai tempi patristici con san Nilo l'asceta, con sant'Isidoro il Pelusiota, san Barsanufio di Gaza, san Benedetto e altri. Abbiamo anche scoperto la tradizione spirituale data alla chiesa russa dei preti sposati. Si pensi a san Giovanni di Kronstadt e sant’ Alexis Mechev, con questo segno del monastero nel mondo. Vorrei qui ricordare che l'abate Paul Couturier, grande apostolo della preghiera per l'unità della chiesa, concepiva la preghiera per l'unità come qualcosa fatto da un monastero invisibile, probabilmente grazie ai suoi contatti con il mondo russo.

È stata anche sollevata la questione se conviene avere un solo padre spirituale oppure avere più padri spirituali: chi è padre spirituale? E nella discussione opportunamente sono stati ricordati gli incontri provvidenziali opera dello spirito Santo, che sono altrettante visite di Dio. Dio non è mai privo di immaginazione quando si tratta di salvarci. Questi incontri che possono essere con chiunque ci porti sul cammino verso il Padre… voglio ricordare che già i padri del deserto avevano sentito un bambino parlare e quelle parole li avevano toccati al cuore, li avevano portati alla compunzione e questa era stata considerata Parola di Dio. Un bambino in quel momento era diventato il padre spirituale del santo. Anche negli apoftegmi si vede che certi monaci, consultano più di un padre spirituale, quindi la tradizione è polifonica e non abbiamo diritto a porre limiti all'azione dello Spirito Santo.

Sacramenti e paternità spirituale

Al cuore del Colloquio è stata posta una questione fondamentale, il legame tra i sacramenti dell'iniziazione cristiana, battesimo, cresima, eucaristia e penitenza-confessione e la paternità spirituale. La paternità spirituale, cioè nello Spirito Santo, perchè è questa l'essenza dell'aggettivo spirituale quando parliamo di paternità spirituale, del vescovo e del presbitero come mystagoghi, deve portare e leggere con chiarezza il carisma della paternità spirituale: non vuol dire infatti che debbano coincidere. Questo rapporto, potenzialmente conflittuale, si è parzialmente risolto nella storia identificando la direzione spirituale con la confessione sacramentale. San Nicodimo Aghiorita è un esempio di questo. Nell'occidente latino le cose sono andate allo stesso modo. Questa confusione, se confusione c'è, è già presente nella prima esposizione un po’ sistematica sul sacerdozio che ci sia nota. San Gregorio il teologo nella sua seconda orazione pronunciata nel 362, dopo la sua ordinazione presbiterale, nel delineare il ritratto del presbitero ideale traccia in effetti il ritratto del padre spirituale. Allude appena agli aspetti liturgici del ministero presbiterale. Venticinque anni dopo san Giovanni Crisostomo nel suo Trattato sul sacerdozio prenderà in gran parte la stessa strada. Forse non bisogna dirimere in assoluto il problema, ma accettare l'opera della Spirito Santo in un carisma come nell'altro.

Ma questo non fà che spostare la questione: qual è il posto della paternità spirituale in seno alla koinonia ecclesiale? Si è richiamata l'attenzione sul pericolo dell'individualizzazione, dell'atomizzazione che può comportare un rapporto tra padre-i e figli spirituali a detrimento della comunione ecclesiale.
Certamente bisogna avvicinare a questo l'ambiguità della ricezione da parte del popolo di Dio dei carismi di paternità spirituale. F. Dostoievskij ne presenta un buon esempio nei Fratelli Karamazov con le figure in contrasto dello staretz Zosima e dello staretz Ferapont.

La formazione spirituale

È stata posta la domanda: come si rimedia alla crisi di formazione spirituale?
La testimonianza delle monache russe e georgiane, queste donne spesso semplici e deboli, ci ha insegnato che lo Spirito Santo trasmette la fede e la tradizione in ciò che è fragile e spregevole agli occhi dei potenti e degli intellettuali del mondo. Esse amavano, esse compativano, si mostravano infinitamente pazienti nel portare la croce. Ci è stato ricordato anche che la vita monastica non si esaurisce nella preghiera liturgica o nel canone della cella, o nell'ascesi. Il compito dei padri e delle madri spirituali è di iniziare all'ascesi interiore, di aprire un percorso di preghiera continua e di carità. Certamente occorrerà aggiungere a questo la formazione alla lettura della Scrittura e dei Padri, come già abbiamo detto.

I pericoli della paternità spirituale

Da san Giovanni Cassiano e san Nilo l'asceta i Padri hanno messo in guardia contro “i padri spirituali autoproclamati o improvvisati”. Il patriarca Alessio II e il vescovo Sabbatij hanno ribadito l'attualità di questa messa in guardia parlando di mladorstarcestvo, ossia di starcy inesperti.
Il padre spirituale è lui stesso un paziente sulla via della guarigione, un paziente che Cristo-Medico guarisce attraverso l'azione dello Spirito Santo e deve portare e assumere i propri limiti e le proprie miserie. È solo uno strumento di cui la Parola viva vuole servirsi.
Fino a dove giunge l'autorità dei padri spirituali? Sulle coscienze dei loro figli spirituali? Fino a che punto giunge la loro autorità nella Chiesa? Che dire di certi padri spirituali che si arrogano un magistero anti-ecumenico e apocalittico? Il metropolita Serafim ha dato una risposta.
La venerazione che circonda certi padri spirituali non rasenta il culto della personalità, il settarismo?
Vorrei aggiungere una breve riflessione: i gsm, i telefonini non stanno pervertendo il rapporto personale, faccia a faccia tra padri e figli spirituali?

Crisi della paternità?

Viviamo in una società, una cultura moderna o post-moderna in preda ad una crisi dell'autorità e in particolare dell'autorità paterna. Come questa crisi, che mi sembra reale, incide sulla paternità spirituale? Che cosa può imparare la paternità spirituale dalla paternità naturale? E la paternità naturale può rinnovarsi considerando il modello o i modelli della paternità spirituale e, al di là di ciò, la fonte di ogni paternità, la paternità di Dio Padre? Abbiamo sentito che il padre è colui che si svuota, si de-possiede, si spoglia di tutto a favore del figlio. Il padre è sempre in un movimento kenotico, è il padre dell'umile amore e l'esempio potrebbe essere proprio quel padre della parabola del figliol prodigo. Perde il figlio cadetto ma rispetta la sua libertà: pazienta, attende, ama, ha già perdonato. E la questione si allarga: perderà il figlio maggiore a causa della gelosia fraterna? Grande problema ecumenico questo! Il figlio maggiore accetterà di entrare nella casa? Gesù non da risposte, sta a noi rispondere.

E vorrei concludere con un'ultima breve frase udita ieri pomeriggio: “Chi è padre spirituale o chi lo diviene?” Perchè non si cessa di divenirlo, se Dio vuole! È qualcuno o qualcuna che ha un’alta spiritualità e un'umanità molto calda e generosa.

p. Michel Van Parys a nome del
comitato scientifico del Convegno

PARA MAIS INFORMAÇÕES CONSULTAR ARQUIVO EM LÍNGUA ITALIANA