Conférenciers - résumé des interventions

XXIIIe Colloque œcuménique international de spiritualité orthodoxe
MISÉRICORDE ET PARDON
Bose, 9-12 septembre 2015
en collaboration avec les Églises Ortodoxes

CONFÉRENCIERS

WALTER Card. KASPER

WALTER KASPERPerdono cristiano e riconciliazione tra le chiese
Il Cardinale Walter Kasper, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, è nato il 5 marzo 1933 ad Heidenheim/Brenz, nella diocesi di Rottenburg-Stuttgart (Germania). Dopo gli studi di filosofia e teologia a Tübingen e a Monaco di Baviera, riceve l’ordinazione sacerdotale. Consegue il dottorato in Teologia presso la Facoltà di Teologia di Tübingen, e in seguito l’abilitazione. È docente di teologia dogmatica presso la Facoltà di Teologia di Münster (1964-1970) e successivamente presso quella di Tübingen (fino al 1989). Nel 1979 è nominato consultore dell’allora Segretariato per l’Unità dei Cristiani, e membro del Dipartimento teologico del Consiglio Ecumenico delle Chiese, la Commissione “Fede e Costituzione”. È stato segretario speciale alla II Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei vescovi (1985). Nominato vescovo della diocesi di Rottenburg-Stuttgart vi esercita il ministero episcopale fino al 1999. Dal 1991 ricopre diversi incarichi: è presidente della Commissione per le questioni estere e vice presidente della Commissione per la dottrina della fede della Conferenza episcopale tedesca; co-presidente della Commissione Internazionale di dialogo cattolica-luterana; consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e del Pontificio Consiglio per la Cultura; segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; consultore della Congregazione per le Chiese Orientali e, nel 2001, è nominato presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Giovanni Paolo II lo crea cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001. I suoi numerosissimi scritti ricoprono i vari ambiti della teologia e rappresentano un punto di riferimento per la teologia cattolica post-conciliare.

SINTESI DELL'INTERVENTO
Il tema della misericordia è centrale nella Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Se si volesse, sarebbe possibile riassumere tutto il vangelo sotto il titolo della misericordia … Chi di noi non è bisognoso di misericordia e di uomini misericordiosi? Un tema tanto centrale e fondamentale trascurato nella teologia sistematica e ridotto a un piccolo sottolemma della giustizia … Dio deve condannare e punire i cattivi e premiare i buoni. Che idea povera e miserabile di Dio, di un Dio che è costretto ad agire secondo le nostre regole di giustizia, un Dio che è un idolo delle nostre concezioni e un’ideologizzazione, un esecutore e il prigioniero delle nostre richieste di un ordine presumibilmente giusto! Un tale Dio non sarebbe più Dio, ma un idolo che diventa ideologia.

KALLISTOS WARE

KALLISTOS WARELa dinamica del perdono nei padri orientali
Il metropolita Kallistos (Timothy Ware) è nato a Bath, nel Somerset in Inghilterra, e ha studiato alla Westminster School e al Magdalen College di Oxford, dove ha ottenuto un doppio titolo in letteratura classica e in teologia. Nel 1958, dopo aver aderito alla fede ortodossa, ha viaggiato a lungo in Grecia, trascorrendo molto tempo al monastero di San Giovanni il Teologo a Patmos. Ha frequentato anche altri importanti centri dell’ortodossia come Gerusalemme e il Monte Athos. Nel 1966 è stato ordinato prete e tonsurato monaco, con il nome di Kallistos in onore di San Callisto Xanthopoulos. Nello stesso anno è diventato assistente a Oxford in studi dell’oriente ortodosso, un posto che ha tenuto per trentacinque anni fino al suo pensionamento. Nel 1979 è Fellow al Pembroke College di Oxford. Nel 1982 è consacrato vescovo con il titolo di Diokleia, come ausiliare della diocesi di Tiatira e della Gran Bretagna del patriarcato ecumenico. Il vescovo Kallistos mantiene il suo incarico accademico a Oxford, dove cura la comunità greco-ortodossa locale. Dal suo pensionamento nel 2001, il metropolita ha continuato a pubblicare e a tenere conferenze sul cristianesimo ortodosso, viaggiando in tutto il mondo. Sino ad anni recenti è stato presidente del direttivo dell’Istituto di studi cristiani ortodossi a Cambridge. È presidente degli Amici dell’ortodossia a Iona. È nel consiglio dei consulenti dell’Associazione ortodossa per la pace. Il 30 marzo 2007 il Santo Sinodo del patriarcato ecumenico ha elevato la diocesi di Diokleia al rango di metropolia, e il vescovo Kallistos a metropolita titolare della medesima sede.

SINTESI DELL'INTERVENTO
“E perdona a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Mt 6,12). La preghiera che Gesù ci ha consegnato, pur abbracciando tutto, è anche estremamente concisa. Se allora in questa breve preghiera dal grande respiro quasi un quarto è dedicato al perdono, questo significa come sia di cruciale importanza, dal punto di vista di Dio, che noi perdoniamo e siamo perdonati. Diceva lo starec russo ortodosso Silvano del Monte Athos (1866-1938): “Dove c’è il perdono … c’è la libertà”. Se soltanto riuscissimo a perdonare, o quantomeno a desiderare di perdonare, ci troveremmo in quello che i salmi chiamano “un luogo spazioso” o “un luogo di libertà”. “Siamo passati attraverso il fuoco e l’acqua, ma tu ci hai fatto uscire in un luogo di libertà” (Sal 66,12). Perdono significa liberazione da una prigione nella quale tutte le porte sono chiuse dall’interno. Solo attraverso il perdono possiamo entrare in quello che l’apostolo Paolo definisce “la libertà della gloria dei figli di Dio” (Rm 8,21)

JOHN BEHR

JOHN BERR“Il nome del Signore, Dio misericordioso e pietoso” (Es 34,5-6)
P. John Behr è decano del Seminario di St Vladimir’s Seminary e professore di Patristica. Tiene corsi di patristica, dogmatica ed esegesi biblica al Seminario, e alla Fordham University, dove è Distinguished Lecturer in Patristics. P. John proviene dall’Inghilterra, anche se la sua famiglia è di origine russa e tedesca – attiva nella chiesa da entrambe le parti. Dal lato russo, suo nonno fu inviato a Londra nel 1926 dal Metropolita Evlogij per svolgervi il ministero presbiterale; suo padre, anch’egli presbitero, fu ordinato dal Metropolita Anthony (Bloom), come anche suo fratello (Monastero di San Paolo sul Monte Athos) e suo cognato (Ss. Cirillo e Metodio, Terryville, CT). I suoi nonni materni si incontrarono al seminario universitario di Karl Barth a Basilea, e servirono nella Chiesa Luterana, dove suo nonno fu pastore luterano.
Dopo essersi laureato in filosofia a Londra nel 1987, p. John ha trascorso un anno di studio in Grecia. Ha completato un Master in Studi Cristiani orientali presso la Oxford University, sotto la direzione del vescovo Kallistos (Ware), che è stato anche supervisore della sua tesi dottorale, che è stata esaminata da Andrew Louth e Rowan Williams, poi Arcivescovo di Canterbury. Mentre lavorava al dottorato, è stato invitato come Visiting Lecturer al Seminario di St Vladimir nel 1993, dove è stato membro permanente della facoltà dal 1995, e professore ordinario dal 2001. Prima di diventare decano nel 2007, è stato direttore editoriale della rivista St Vladimir’s Theological Quarterly. Dirige tuttora la Popular Patristics Series per la casa editrice SVS Press.
I suoi primi lavori sono stati su temi ascetici e antropologici, con attenzione particolare a Ireneo di Lione e Clemente di Roma. Dopo aver dedicato quasi un decennio della sua ricerca al secondo secolo, p. John ha iniziato la pubblicazione di una serie di volumi sulla formazione della teologia cristiana, e ora ha raggiunto il quinto e il sesto secolo. Ha recentemente completato l’edizione, la traduzione e l’introduzione dei testi di Diodoro di Tarso e di Teodoro di Mopsuestia. Ha anche pubblicato una presentazione sintetica della teologia dei primi secoli, centrata sul mistero di Cristo.

SINTESI DELL'INTERVENTO

Il Dio delle Scritture è un Dio di misericordia: è l’annuncio ripetutamente proclamato dai profeti e in particolare nei salmi. “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione”. (Es 34,5-7)

Tuttavia, le parole dell’esodo indicano anche che l’alleanza che Dio stabilisce è un’opera terribile, che non è mai stata vista prima sulla terra o in alcuna altra nazione.


Gli eventi e le parole che circondano l’esodo dall’Egitto, se visti come tipo e prefigurazione dell’evento tremendo della passione, ci conducono a una comprensione ancora più profonda della misericordia di Dio, rivelata nel passare di Cristo nel suo esodo attraverso la croce (cf. Lc 9,31). La misericordia e l’amore fedele di Dio effettivamente non sono temporanei o transitori ma eterni, si estendono dall’inizio fino alla fine, dalla creazione alla ri-creazione, in un’economia (o pedagogia) che abbraccia ogni cosa, e ci porta, attraverso la sofferenza, la morte e il pentimento, a condividere la vita di Cristo e a mostrare verso gli altri quella stessa misericordia che Dio mostra a noi. Poiché il Dio che è conosciuto come il Dio della misericordia, ci chiama a questo: “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36).

EUGEN J. PENTIUC

EUGEN PENTIUCIl perdono nell’Antico Testamento. Giuseppe e i suoi fratelli
Padre Eugen J. Pentiuc è professore di Antico Testamento ed ebraico alla Holy Cross Greek Orthodox School of Theology, e decano associato per gli affari accademici presso l’Hellenic College and Holy Cross in Brookline, ma. La sua attività principale è l’insegnamento e la ricerca biblica (Antico Testamento, lingue e civiltà semitiche). È attualmente impegnato nello studio sui legami religiosi e letterari tra la civiltà di Emar e la Bibbia ebraica, e inoltre di come la tradizione ortodossa ha recepito e interpretato l’Antico Testamento.
Ha ricevuto in numerose occasioni il premio di “Eccellenza nell’insegnamento” da parte dell’Associazione degli studenti del Collegio greco di Holy Cross (2005, 2006, 2007, 2009). Nell’anno sabbatico 2009-2010, grazie alle borse Fulbright e Lilly, ha compiuto ricerche all’Università di Atene e all’École biblique et archéologique française a Gerusalemme, partecipando al progetto internazionale “La Bibbia e le sue Tradizioni”, con la traduzione e il commento del libro di Osea.
Autore prolifico, padre Eugen è uno dei curatori del volume The Orthodox Study Bible: The Old Testament (2008); e autore di The Old Testament in Eastern Orthodox Tradition, Oxford University Press 2014. Tra i progetti in corso, presso la Oxford University Press, un’antologia dell’esegesi liturgica ortodossa dell’Antico Testamento, che comprende l’aspetto aurale (innografia, salmodia, lezionarii, omelie) e visivo (iconografia, architettura, atti liturgici).

SINTESI DELL'INTERVENTO
Genesi 37-50, uno dei racconti più elaborati della Bibbia, mette in scena un fine processo di riconciliazione in cui ogni personaggio attivamente implicato nella storia sottosta a una profonda trasformazione. A prima vista, quella di “Giuseppe e i suoi fratelli” sembra una storia di vendetta, in cui Giuseppe, un viceré adirato che in passato era stato un giovane pastore di pecore assai viziato, cerca di ricambiare il crimine perpetrato dai suoi fratelli. In ogni caso, uno solo era il fine del duro atteggiamento di Giuseppe nei confronti dei suoi fratelli, quello di assicurarsi che gli autori del crimine erano cambiati o si erano pentiti. In ambedue le tradizioni, ebraica (teshubah = ritorno) e cristiana (metánoia = cambiamento), il pentimento non è un sentimento né una dichiarazione ma piuttosto un appello all’azione: “Ritorna! /Cambia la tua mente!”. Ritornare a cosa? A se stessi, si potrebbe rispondere. Se il peccato è estraniazione da se stessi, il pentimento è un movimento di allontanamento dal peccato per ritornare in se stessi (cf. Is 55,7; Ger 31,18). Secondo Maimonide, “il vero pentimento” (ba‘al teshubah che letteralmente significa “il signore del pentimento”) consiste nel fatto che la persona, trovandosi in una circostanza simile a quella in cui è caduta, evita di compiere lo stesso errore, mostrando così di essere cambiata, di essere ritornata in se stessa.

Vengono ricreate circostanze simili a quelle in cui i fratelli vendettero Giuseppe agli ismaeliti in modo tale che i tratti essenziali della storia possano essere nuovamente esaminati. La nostra relazione analizza dettagliatamente le trasformazioni interiori degli attori principali - Giacobbe, Giuda, Ruben e Giuseppe - quali prerequisiti per il perdono e la riconciliazione.

ARSENIJ SOKOLOV

ARSENIJ SOKOLOVLe tre parabole della misericordia in Luca 15
L’igumeno Arsenij (Sokolov) è nato in Russia nel 1968. Dopo gli studi di storia all’Università di Tomsk, ha ricevuto la tonsura monastica ed è stato ordinato diacono nel 1992 e presbitero nel 1998. Ha compiuto la sua formazione teologica presso l’Accademia teologica di Mosca e il Pontificio Istituto Biblico di Roma. Nel 2012 ha conseguito il dottorato presso la Scuola di Dottorato interecclesiastico “Santi Cirillo e Metodio” del Patriarcato di Mosca (Ss Cyril and Methodius School of Post-Graduate and Doctoral Studies), difendendo una tesi sul Libro di Amos: esegesi storico-filologica, giudaica e patristica. Dal 2013 è socio ordinario della Associazione Biblica Italiana (ABI). Nel 2014 è stato nominato Rappresentante del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia presso il Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente.

DIMITRIOS MOSCHOS

DIMITRIOS MOSCHOSLa misericordia nella vita e nell’insegnamento di san Pacomio
Dimitrios Moschos ha studiato teologia alla facoltà teologica di Atene e studi bizantini alla Ludwig-Maximilian-Universität di Monaco in Germania. Nel 1996 ha conseguito il dottorato presso la facoltà teologica di Atene e nel 2007 l’abilitazione (Doctor Habilitatus) in Storia della Chiesa alla Facoltà di teologia dell’Università di Rostock in Germania.
Nel 2007 è stato nominato lettore e nel 2012 Professore assistente in Storia della Chiesa alla Facoltà teologica dell’Università di Atene. Dal 2007 è anche Privatdozent presso la Facoltà di teologia dell’Università di Rostock. È membro dell’editorial board della rivista “Synaxi” e del comitato direttivo della Volos Academy for Theological Studies.
I suoi interessi si concentrano sulle interrelazioni tra le correnti religiose e culturali in senso lato come tradizione ascetica e filosofia greca, come anche sulle trasformazioni istituzionali e sociali nella storia della chiesa, in particolare ortodossa, nel periodo antico e medievale. Tra i suoi libri più importanti: I presupposti filosofici dell’opposizione di Niceforo Gregora all’esicasmo (in greco), Atene 1997; Escatologia nel monachesimo egiziano. Il ruolo dei modelli escatologici cristiani di pensiero nella storia del monachesimo egiziano primitivo e la sua funzione sociale (in tedesco), Mohr-Siebeck. Tübingen 2010.

SINTESI DELL'INTERVENTO
Nell’Alto Egitto del IV secolo i cristiani con ogni probabilità provengono dalle comunità giudeo-cristiane, nelle quali il concetto di misericordia attraverso il sacrificio in croce di Gesù Cristo e la celebrazione della Pasqua, e attraverso l’imitazione di questo sacrificio nel martirio, costituisce la ricerca fondamentale del credente. Parallelamente, la stessa ricerca esiste fin dai tempi antichi nei culti indigeni egiziani. Comprendendo e condividendo sostanzialmente tale preoccupazione san Pacomio (come risulta dalla sua Vita) concepì e visse l’idea della ricostituzione collettiva dell’immagine del Nuovo Israele nella comunità monastica (“koinonia”) che vive la misericordia e il perdono del Signore attraverso l’attiva e operosa organizzazione delle relazioni di amore che caratterizzano la chiesa (e in particolare la prima comunità cristiana di Gerusalemme) ed esigono l’azione (“è tempo di agire per il Signore”) e la pratica responsabile dei precetti evangelici, insieme all’ascesi corporale, alla verginità, alla preghiera e alla continua meditazione del vangelo. La Koinonia pacomiana, prefigurazione escatologica della comunità pasquale, sperimenta la misericordia attraverso una perfetta organizzazione dell’offerta di solidarietà e della partecipazione ai vari servizi. Serve così come un modello per il mondo moderno perso altrimenti nella frenesia dell’organizzazione e del culto della produttività.

ALEXIS TORRANCE

ALEXIS TORRANCEPentimento e misericordia di Dio nella comunità monastica. I padri monastici di Gaza
Alexis Torrance (Ph. D. in teologia presso l’Università di Oxford) ha dedicato la sua tesi dottorale al concetto di pentimento nella vita cristiana, com speciale riferimento alla teologia ascetica del V e VI secolo. È attualmente professore asssistente in teoligia bizantina nel Dipartimento di Teologia della Università di Notre Dame, South Bend, Indiana. Ha ricercato e pubblicato in diversi aspetti della patristica (Precedenti per la teologia palamita delle energie nei Padri Cappadoci, in Vigiliae Christianae 2009; In piedi sulla breccia: il significato e la funzione dei santi nelle Lettere di Barsanufio e Giovanni di Gaza, in Journal of Early Christian Studies 2009), della teologia bizantina e della teologia ortodossa moderna (La relazione di amore-odio: il comando dell’odio di Cristo nella teologia Archimandrita Sofronio, in Journal of the Orthodox Center for the Advancement of Biblical Studies 2013). Pur concentrando il proprio lavoro attualmente sulla teologia monastica, sulla santità e sulla storia della dottrina, è altrettanto interessato al pensiero ortodosso orientale moderno e alle relazioni tra oriente e occidente. La sua prima monografia è intitolata Il pentimento nella tarda antichità: l’ascetismo orientale e l’inquadramento della vita cristiana, ca. 400-650 (Oxford University Press). Insieme a Johannes Zachhuber è coeditore del recente volume interdisciplinare Individualità nella Tarda Antichità (Ashgate) e sta attualmente lavorando su una monografia dal titolo provvisorio, Persone sante: l’ideale umano nella teologia bizantina.

SINTESI DELL'INTERVENTO
Tra le preoccupazioni di Barsanufio, Giovanni e Doroteo di Gaza vi è una costante attenzione alle dinamiche del pentimento e della misericordia di Dio. Si potrebbe dire che tutta la vita cristiana è compresa tra questi due concetti. In questa relazione verranno illustrare alcune caratteristiche proprie della visione del pentimento e della misericordia presso i padri di Gaza. Anzitutto, si tratterà del forte accento posto sul fatto che la misericordia appartiene a Dio e non a noi. Nonostante gli interlocutori chiedano spesso direttamente di ricevere da loro misericordia, Barsanufio e Giovanni quasi sempre rispondono chiarendo che la fonte della misericordia è soltanto in Dio, e non nell’anziano. Detto questo, se la misericordia appartiene propriamente a Dio ed è data da Gesù Cristo, la sua acquisizione per i padri di Gaza è sempre mediata attraverso l’unione delle preghiere dei santi con il pentimento del fedele. L’esperienza autentica della “grande misericordia” di Dio nella vita cristiana è ciò che più interessa ai padri di Gaza; essa raggiunge soltanto l’anima umile e paziente. La loro preoccupazione di dare la priorità all’umile pentimento nella richiesta di misericordia li porta a denunciare contraffazioni, anche demoniache della misericordia che devono essere assolutamente respinte; queste includono una compassione forzata o simulata e le teorie dell’apocatastasi, che ostacolano la speranza nella divina misericordia.

SEBASTIAN BROCK

SEBASTIAN BROCKIsacco il Siro: giustizia e misericordia in Dio
Sebastian Paul Brock è universalmente riconosciuto come il migliore esperto nel campo della lingua siriaca. Nato nel 1938, dopo gli studi delle lingue classiche (greco e latino) e orientali (ebraico e aramaico) all’università di Cambridge, ha conseguito il dottorato in filologia all’università di Oxford sul testo biblico della Settanta. È stato lettore di studi siriaci all’Istituto orientale dell’università di Oxford e attualmente docente al Wolfson College. Numerossimi sono i suoi scritti sulla letteratura siriaca e ha partecipato al gruppo di lavoro che ha pubblicato: The Psalms. A New Translation for Worship (1977). È membro del Comitato editoriale di Sobornost/Eastern Churches Review, e curatore della Mingana Collection of Manuscripts at the Selly Oak Colleges, Birmingham. Prima di allora, Dr. Brock ha insegnato nel Dipartimento di Teologia dell’Università di Birmingham e nella facoltà di studi orientali all’Università di Cambridge e Oxford (dal 1974 fino al 2003), dove era Lettore in Studi siriaci. Ha curato l’edizione di numerosi testi. Tra le sue opere più recenti ricordiamo: From Ephrem to Romanos: Interactions between Syriac and Greek in Late Antiquity, Aldershot 1999; con D. G. K. Taylor, E. Balicka-Witakowski, W. Witakowski, The Hidden Pearl: the Syrian Orthodox Church and its ancient Aramaic heritage, Trans World Film Italia 2001; The Wisdom of Isaac of Nineveh, Piscataway NY 2006; with G. Kiraz, Ephrem the Syrian. Select Poems, Chicago IL 2006; An introduction to Syriac Studies, Piscataway  NY 2006; The Bible in the Syriac Tradition, Piscataway NY 2006.

SINTESI DELL'INTERVENTO
La tradizione siriaca cristiana ha ereditato dal giudaismo il concetto di una bilancia tra i due attributi di Dio: la giustizia e la misericordia. Isacco il Siro, autore monastico del vii secolo, afferma: “Come un granello di sabbia non può controbilanciare un grande quantità di oro, così sui piatti della bilancia Dio pone sull’uno la sua giustizia, sull’altro la sua compassione”. La relazione esamina in che modo, per Isacco, la misericordia di Dio non ha un peso maggiore della sua giustizia, ma la trascende. È sulla base di tale comprensione che Isacco fu condotto alla sua visione della salvezza universale, espressa con maggiori dettagli alla fine della seconda collezione dei suoi scritti.

ELENA ROMANENKO

ELENA ROMANENKOPentimento e misericordia in san Nil Sorskij
Elena Vladimirovna Romanenko, dottore di ricerca in scienze storiche, è capo redattore della sezione “Storia della Russia medievale” dell’Enciclopedia ortodossa. Dopo aver compiuto gli studi alla facoltà di storia dell’Università Statale di Mosca, ha lavorato come collaboratore scientifico al museo di Kirill di Beloozero. È autrice di due monografie: La vita quotidiana del monastero russo nel Medioevo (Mosca 2002), Nil Sorskij e le tradizioni del monachesimo russo (Mosca 2003), e di una serie di ricerche sull’agiografia antico-russa (tra cui più di cento voci per l’Enciclopedia ortodossa); ha inoltre coordinato progetti di divulgazione scientifica in collaborazione con il monastero di San Kirill di Beloozero. È stata insignita del premio “Metropolita Makarij (Bulgakov)”.

SINTESI DELL'INTERVENTO
Nil Sorskij (1433-1508) fu un autentico monaco e un grande asceta. Ma la sua ascesi non si manifestava nella quantità delle prostrazioni e nella severità del digiuno (qui il santo seguiva una misura media), ma nella radicale rinuncia al mondo come struttura di vita opposta al monachesimo. La rinuncia alla mondanità si realizzava nella concezione dello spossesso (nestjažatelstvo), spirituale e materiale: il monastero non deve possedere terreni per non restare coinvolto nella loro gestione e nei conflitti che ne derivano.  La relazione in particolare esaminerà la lettera che lo starec indirizza a un monaco parlandogli della grande misericordia di Dio e della consolazione che deriva dalla comunione con Dio, discutendo le circostanze della stesura e l’identificazione del destinatario, probabilmente il principe Costantino di Mangup (monaco Cassiano).

VASSILIOS THERMOS

VASSILIOS THERMOSPerdono e cura reciproca
P. Vassilios Thermos è nato nel 1957 a Lefkada (Grecia) e ha studiato medicina e teologia presso l’Università di Atene. Ha ottenuto il dottorato presso la Facoltà di Teologia dell’Università di Atene con una tesi sulla psicologia della vocazione presbiterale. Attualmente inegna presso la Facoltà di teologia dell’Università di Atene e alla Scuola superiore ecclesiastica di Atene. Ha tenuto lezioni come Visiting Scholar presso la Harvard Divinity School, Boston College e la Andover Newton Theological School. Dal 1986 presta servizio come presbitero sposato nella Metropoli ci Tebe e Libadeia, nei pressi di Atene, e lavora provatamente come psichiatra dei bambini e adolescenti. Ha tenuto molte conferenze su tematiche attinenti al benessere dei membri del clero e delle loro famiglie, e lavora attivamente nell’ambito della preparazione e della formazione del clero. È membro del Comitato della Chiesa di Grecia per il Matrimonio e la Vita familiare. Ha insegnato nel seminario della Chiesa ortodossa di Albania. È autore di molti libri e articoli, tradotti anche in inglese, francese, russo e rumeno. Tra questi: In cerca della persona: Vero e falso Se secondo Donald Winnicot e S. Gregorio Palamas (ed. inglese 2002). Pubblica regolarmente articoli teoligici e di attualità ecclesiale sul periodico teologico greco Synaxis. Oltre ai suoi lavori accademici, V. Thermos scrive anche poesie.

SINTESI DELL'INTERVENTO
Il perdono è reale e ha un senso quando è accompagnato dalla cura dell’altro, cioè quando l’altro viene percepito come persona nella sua unicità. In questa relazione si prenderanno in considerazione contributi psicanalitici (Donald Winnicott, Otto Kernberg) e fonti patristiche (Giovanni Crisostomo, Giovanni Climaco, Sofronio Sacharov) che descrivono i presupposti dell’autentico perdono. Questi ultimi includono processi intrapsichici che rendono la persona idonea ad acquisire la capacità di interessarsi dell’altro, di amarlo, di discernere anche i propri stessi errori e i danni arrecati ad altri, e alla fine di imitare Dio concedendo il perdono. Si farà riferimento a degli esempi di relazioni interpersonali in cui emerge il legame del perdono con la cura dell’altro.

BASSAM A. NASSIF

BASSAM NASSIFLa misericordia nella pastorale e il matrimonio. Una prospettiva ortodossa
Padre Nassam Nassif è professore assistente all’Istituto di Teologia “San Giovanni Damasceno” dell’Università di Balamand, dove insegna dal 2005.
Quale presbitero della Chiesa ortodossa di Antiochia, il reverendo Bassam Nassif si preoccupa di integrare la teologia pastorale della Chiesa ortodossa con la ricerca e l’esperienza delle scienze umane, che conduce alla formazione di una cura pastorale terapeutica. Lo scopo di p. Nassif è di affrontare le sfide contemporanee che la Chiesa si trova di fronte in un mondo pluralistico e secolarizzato. Fiondandosi sulla ricerca scientifica e sulla ricca tradizione della Chiesa, egli cerca di offrire un approccio moderno alla pastorale, che pervenga alla giustizia dell’uomo.

SINTESI DELL'INTERVENTO
Il matrimonio in quanto sacramento è indissolubile; se però, i tentativi fatti a livello pastorale di ristabilire una relazione matrimoniale infranta non hanno successo, la chiesa ortodossa dispenserà gli sposi dal vincolo matrimoniale facendo misericordia alla parte innocente? La chiesa può accettare che un credente sposato civilmente ritorni alla comunione eucaristica? Il relatore presenta la prospettiva della chiesa ortodossa su tali questioni, ricorrendo a studi su casi esemplari al fine di favorire la discussione sia sugli impedimenti canonici sia sulle implicazioni pastorali. Poiché le restrizioni canoniche possono, in alcuni casi, essere inadeguate quale terapia per le anime umane, il relatore investiga la pratica pastorale dell’oikonomìa, un catalizzatore di misericordia e compassione impiegato dall’oikonomos per aiutare il credente a ottenere il perdono e a trovare salvezza in Cristo.

BASILIO PETRÀ

BASILIO PETRALa misericordia nella pastorale e il matrimonio. Una prospettiva cattolica
Basilio Petrà (1946), di origine greca, è prete cattolico della diocesi di Prato (Italia). Professore stabile ordinario di teologia morale fondamentale e di morale familiare presso la Facoltà Teologica dell'Italia Centrale (Firenze); professore invitato di morale orientale presso l'Accademia Alfonsiana (Roma) e il Pontificio Istituto Orientale (Roma); membro del Board of Governors dell'Intams (International Academy for Marital Spirituality,Bruxelles). Tra le sue pubblicazioni: Il matrimonio può morire ? Studi sulla pastorale dei divorziati risposati, EDB, Bologna 1996; Preti sposati per volontà di Dio ? Saggio su una chiesa a due polmoni, EDB, Bologna.2004; Bologna 2012; Divorziati risposati e seconde nozze nella chiesa. Una via di soluzione, Cittadella Editrice,  Assisi 2012; Divorzio e seconde nozze nella tradizione greca, Cittadella Editrice, Assisi 2014. Ha tradotto saggi e volumi di teologi ortodossi: Christos Yannaras, Georgios Mantzaridis, Stanley S. Harakas, Anastasios Yannoulatos, Jannis Zizioulas.

SINTESI DELL'INTERVENTO
"Posta dinanzi alle trasformazioni della famiglia tradizionale negli ultimi secoli, la Chiesa cattolica ha sempre cercato di coniugare la fedeltà alla visione cristiana del matrimonio con l’attitudine di accoglienza misericordiosa dell’uomo, della sua concreta realtà e delle sue oggettive possibilità. Lo sviluppo della teologia del matrimonio si è così accompagnato ad una crescente articolazione di tale accoglienza, come mostra in modo particolare la storia della pastorale dei divorziati risposati. Tuttavia, è necessario in questo momento che la Chiesa sappia aprire più ampi  spazi pastorali, attuando una rinnovata comprensione del matrimonio e diventando ancora una volta capace di estrarre dal suo tesoro “cose vecchie e cose nuove”( cf. Mt 13,52) per il bene dell’uomo".

GRIGORIOS, vescovo di MESAORIA

GRIGORIOS of MESAORIAL’amore cristiano e la misericordia nell’attività della Chiesa
Il vescovo Gregorio (Hatziouraniou) di Mesaoria è il vescovo titolare di Mesaoria dell’Arcidiocesi della Chiesa di Cipro. È nato il 25 febbraio 1968. Si è laureato in teologia presso la Facoltà teologica di Atene nel 1990; ha proseguito gli studi post-laurea all’Università di Birmingham (Inghilterra) e all’Università di Atene, terminando nel 1996 con la difesa della sua tesi: La struttura e l’interpretazione delle Beatitudini in S. Gregorio di Nissa. Dal 1989 al 2000 è stato ricercatore associato nell’ambito degli studi di teologia patristica all’Università di Atene. Nel 1992 è stato nominato predicatore laico dell’arcidiocesi di Cipro dall’arivescovo Chrysostomos I. Tra il 1992 e il 2000 ha prestato servizio presso l’arcidiocesi di Atene nell’ambito dell’attività di catechesi e ha diretto il Collegio degli studenti della Metropoli di Elia ad Atene. Diventato monaco, con il nome di Gregorio, è stato ordinato diacono (6 maggio 2001) e poi presbitero (24 marzo 2002). Tra il 2001 e il 2008 ha insegnato nelle scuole secondarie. Il 21 marzo 2008 è stato eletto vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Cipro con il titolo di vescovo di Mesaoria, ed è stato consacrato il 30 marzo 2008 dall’arcivescovo Chrysostomos II. Ha pubblicato saggi e articoli in volumi collettanei e in riviste scientifiche del Patirarcato di Alessandria e della Chiesa di Grecia. Rappresenta la Chiesa di Cipro sia in patria che all’estero in raduni panortodossi e in convegni scientifici internazionali. Ha preso parte alla Quarta conferenza preparatoria del concilio panortodosso a Chambesy (Ginevra), nel giugno 2009.


Intendo il tema della mia relazione, “Amore cristiano e misericordia nell’attività della chiesa”, come un riflesso del tema centrale del convegno “Misericordia e perdono”. La verità rivelata che “Dio è amore” (1Gv 4,8) ci offre oggi nel XXI secolo, con i suoi molti problemi senza precedenti che tormentano l’umanità, la capacità di trovare coraggio e speranza; di trovare la nostra vera origine accanto a Dio Creatore dal quale l’essere umano ha ricevuto la sua esistenza psicosomatica, poiché “chiunque vive nell’amore, vive in Dio e Dio vive in lui” (1Gv 4,16). Dio è la sorgente di ogni bene. Quindi l’amore sgorga da Dio, come anche la misericordia sgorga dal Dio “ricco di misericordia e di compassione”.

Come può un cristiano vivere secondo Dio se non possiede questo amore e questa misericordia, come doni e benedizioni, nella sua attività quotidiana all’interno della chiesa? Quando parliamo di amore e misericordia, non dobbiamo dimenticare che il cristiano che sperimenta tali doni nella chiesa sente una tale pienezza che nella sua personalità non restano più vuoti ed egli non percepisce più alcun bisogno di ricercare altri surrogati. La pienezza sperimentata dall’uomo è ugualmente dono dello Spirito santo.

SINTESI DELL'INTERVENTO
Osserviamo che questo dono dello Spirito santo si realizza nell’attività degli uomini all’interno della chiesa, nelle diverse forme. Mi riferisco ad alcune espressioni dell’amore divino e della divina misericordia che ogni cristiano è chiamato a valorizzare e a moltiplicare con sobrietà, modestia, umiltà e fede. Possiamo identificarle, nella forma più autentica, nella santa Scrittura, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Nella vita della chiesa primitiva a Gerusalemme, Antiochia, nelle missioni apostoliche, con l’apertura dell’apostolo Paolo a Cipro, all’Asia minore e a tutto il Mediterraneo. Possiamo anche identificarle nella vita ascetica della chiesa, nel “ritiro” lontano dal mondo o anche nel mondo, cioè nella quotidianità della società degli uomini. Faremo anche riferimento alla molteplice attività pastorale della parrocchia, come si è andata sviluppando nel corso dei duemila anni della storia della chiesa. L’amore di Dio e la misericordia sono quindi valori necessari che ogni uomo dovrebbe mettere in atto nella sua vita.

NATALIJA BOLŠAKOVA

NATALIJA BOLŠAKOVAL’annuncio della misericordia di Dio nel mondo contemporaneo: padre Father Aleksandr Men’
Natalija Ivanovna Bol’šakova, nata a Pjatigorsk nel 1952, è presidente della Società internazionale umanitaria Aleksandr Men’, e dirige l’almanacco letterario e teologico Christianos, che ha fondato nel 1991. È autrice di decine di articoli di teologia e critica letteraria e teatrale, pubblicati in Lituania, Russia, Francia, Romania, Italia e Cechia, e di due libri: Storia della fondazione e della vita del monastero della Protezione della Santissima Madre di Dio a Bussy en Othe in Francia (2006); Vita e ministero del vescovo Mefodij (Kul’man) (2009).
Ha organizzato e preso parte a numerosi convegni internazionali su temi religiosi e teologici. Si occupa in particolare della storia della chiesa nel xx secolo e dell’emigrazione russa, dell’eredità letteraria di mat’ Marija (Skobcova, 1891-1945) e del biblista e teologo padre Aleksandr Men’ (1935-1990). Dal 1977 vive a Riga.

SINTESI DELL'INTERVENTO
La relazione considera la figura e l’attività di padre Aleksandr Men’ (1935-1990), che si colloca in una società ormai definitivamente sovietizzata. Alla chiesa, dopo gli anni delle persecuzioni cruente, era riservato un posto del tutto marginale. Sarà esaminata la “genealogia spirituale” di padre Men’, e i legami che lo legano agli starcy di Optina. In un tempo di sofferenza e persecuzione, in cui si erano esaurite le fonti della compassione, padre Aleksandr seppe annunciare il vangelo con un linguaggio nuovo e farsi servo della misericordia di Dio, mostrando a coloro che incontrava l’immagine misericordiosa di Cristo, fino al dono della propria vita.

ANBA EPIPHANIOS DI SAN MACARIO IL GRANDE

ANBA EPIPHANIOSUn maestro di misericordia: abba Matta el Meskin
Anba Epiphanios è nato a Tanta (Egitto) il 27/6/1954. Si è laureato nel 1978 con una tesi in chirurgia. È entrato al monastero di san Macario il Grande nel deserto di Scete il 10 febbraio 1984. Il 21 aprile 1984 ha fatto la sua professione monastica e nel 2002 è stato ordinato presbitero. È stato discepolo di padre Matta El Meskin, igumeno del monastero dal 1969 al 2006. Il 10 marzo 2013 S.S. Tawadros II lo ha ordinato abate-vescovo del monastero di san Macario, dopo essere stato eletto a maggioranza dalla comunità, e con la benedizione del vescovo Mikhail di Assiut, abate-vescovo dimissionario del monastero. Quando è stato ordinato S.S. Tawadros gli ha affidato un compito: “Restituisci al monastero l’immagine luminosa di un tempo e fa’ tornare la concordia nella comunità”. In monastero ha lavorato a lungo alla casa editrice e come redattore della rivista del monastero Saint Mark. È stato economo oltre ad aver prestato servizio per molti anni come medico della comunità. Da tempo lavorava come bibliotecario oltre che come responsabile della sezione dei manoscritti, compito che non ha voluto abbandonare una volta divenuto abate e che continua tutt’ora con passione, coadiuvato da padre Wadid.
È autore, inoltre, di numerose pubblicazioni, tra cui l’edizione e la numerazione dei detti del Bustan al-Ruhban (‘Il giardino dei monaci,’ versione araba degli Apophtegmata patrum); la traduzione e il commento dell’eucologio del monastero Bianco; la traduzione e commento delle liturgie di san Basilio e san Gregorio; numerosi articoli di patristica, liturgia, monastica sulle riviste copte in arabo Saint Mark e Alexandria School. Attualmente è membro della commissione per la promozione della cultura presso il Santo Sinodo, istituita da S.S. Tawadros II.

SINTESI DELL'INTERVENTO
Matta El Meskin (1919-2006) è stato monaco e igumeno del monastero di san Macario nel deserto di Scete. Dotato di straordinario carisma umano e spirituale, è uno dei più luminosi esponenti dei cristiani d’Egitto e il padre di una importante rinascita spirituale e monastica, all’interno della Chiesa copta ortodossa. La misericordia e il perdono hanno occupato un posto molto importante nella vita e nella predicazione di abba Matta. Egli ritiene che esse rappresentino l’indice più chiaro della vitalità dell’uomo nuovo creato in noi da Cristo. È la parte lesa a doversi farsi carico della misericordia imitando l’amore di Dio che si è umiliato affinché Adamo, la pecora smarrita, potesse ritornare alla sua gloria originaria. In questo senso, nel mondo capovolto inaugurato da Cristo, in cui per essere primi bisogna farsi ultimi, perdonare diventa un gesto cristico di grande forza interiore. Nello scegliere tra la verità e l’amore, Matta El Meskin invita tutti a preferire sempre l’amore perché l’amore è Dio che tutto copre e tutto spera. È la realtà ultima, nella quale vivrà per sempre l’umanità e perciò è superiore alla verità stessa.

MAXIMOS VGHENOPOULOS, Metropolita di SILYVRIA

MAXIMOS VGHENOPOULOSIl perdono tra le Chiese: il Tomos agapis
Maximos (Vgenopoulos), Metropolita di Sylivria è nato a Patrasso, dove ha studiato presso il Liceo ecclesiastico. Ha compiuto gli studi teologici presso la Scuola ecclesiastica di Atene, presso la Facoltà teologica di Belgrado e presso l’Università di Londra, Heythrop College, dove ha ottenuto il dottorato nel 2008 in teologia soistematica. Ha prestato servizio come Grande Arcidiacono del Trono ecumenico fino alla sua elezione a metropolita (15 luglio 2014). La domenica 27 luglio 2014, festa di S. Panteleimon, presso la Cattedrale di S. Giorgio al Fanar (Costantinopoli) sua santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo lo ha consacrato metropolita di Sylivria (succedendo al metropolita Emilianos Timiadis morto nel 2008, figura di primo piano dell’ecumenismo ortodosso contemporaneo e grande amico e fratello della Comunità di Bose): la metropoli di Sylivria è una metropoli storica del patriarcato ecumenico, con sede Sylivria, nella Tracia orientale, che ha perso il suo gregge dal momento del tragico scambio di popolazioni nel 1922. Il recente libro del metropolita, intitolato Primato nella Chiesa dal Vaticano I al Vaticano II: una prospettiva ortodossa (Northern Illinois University Press 2013) è basato sulla sua tesi dottorale. In questo fine lavoro teologico, di grande valore per le relazioni cattolico-ortodosse, il metropolita Massimo analizza la risposta dei maggiori pensatori ortodossi alla comprensione cattolica del primato del papa nel corso degli ultimi due secoli, raccogliendo scritti di teologi greci e russi e confrontandoli sistematicamente per dimostrare l’emergere di una concordanza tra i canoni della chiesa ortodossa e della chiesa cattolica.

SINTESI DELL'INTERVENTO
Gli eventi tragici che seguirono lo scisma del 1054 tra Occidente e Oriente provocarono paura, diffidenza e sentimenti antiromani tra le chiese ortodosse e un atteggiamento polemico verso la Chiesa cattolica romana. Ciononostante, nel 1980 è potuto iniziare il dialogo teologico ufficiale tra le due chiese. Questo riavvicinamento irenico è il risultato dello spirito ecumenico e dell’impegno all’unità con gli altri cristiani adottato dalla Chiesa cattolica romana al Concilio Vaticano II, dello spirito di riconciliazione tra Roma e Costantinopoli, e dell’unanime disponibilità delle chiese ortodosse a iniziare un dialogo nella verità e nell’amore con la Chiesa di Roma.

KRASTU BANEV

KRASTU BANEVKrastu Banev è lettore presso il Dipartimento di Teologia e Religione all’Università di Durham. Il suo ambito di ricerca include la teoria retorica classica e la predicazione cristiana; la tradizione ascetica antica e la tarda spiritualità ortodossa; l’innografia bizantina; i legami culturali e religiosi tra Bisanzio e il mondo slavo. Ha anche studiato le risposte teologiche alle guerre balcaniche e la prima guerra mondiale nell’opera dello scrittore bulgaro Yordan Yovkov. Tra i suoi libri più recenti: Theophilus of Alexandria and the First Origenist Controversy, Oxford University Press, 2015.

Tra i suoi lavori più recenti: “Questions of War and Peace in the Theology of Archimandrite Sophrony Sakharov (1896-1993)”, Journal for Eastern Christian Studies 66, 3/4 (2014); Theophilus of Alexandria and the First Origenist Controversy, Oxford University Press, 2015.

ANTONIO MENNINI

ANTONIO MENNINIAntonio Mennini, nato a Roma il 2 settembre 1947, dopo gli studi nell’Almo Collegio Capranica, riceve l’ordinazione presbiterale il 14 dicembre 1974. Esercita il ministero pastorale nella diocesi di Roma e in seguito frequenta la Pontificia Accademia Ecclesiastica.
L’8 luglio 2000 è nominato da papa Giovanni Paolo II nunzio apostolico in Bulgaria ed elevato ad arcivescovo titolare di Ferento. Riceve la consacrazione episcopale il 12 settembre dello stesso anno. Il 6 novembre 2002 è trasferito come nunzio apostolico nella Federazione Russa dove svolge un’apprezzata opera di diplomazia con il patriarca di Mosca. Nel 2008 riceve l’incarico di nunzio apostolico anche per l’Uzbekistan. Il 18 dicembre 2010 papa Benedetto XVI lo nomina nunzio apostolico per la Gran Bretagna.

DESPINA D. PRASSAS

DESPINA PRASSASDespina D. Prassas ha conseguito il dottorato presso la Catholic University of America nel 2003; insegna e pubblica nell’ambito della storia della teologia. Si occupa del tardo-antico e del primo periodo bizantino, in particolare degli scritti monastici e ascetici di Massimo il Confessore. Un’altra area dei suoi interessi è il movimento ecumenico moderno, ed è membro di diversi dialoghi ecumenici ufficiali.
Tra le sue pubblicazioni: St. Maximus the Confessor’s Questions and doubts: Introduction and translation (Northern Illinois University Press, 2009), e numerosi articoli pubblicati con la International Association of Orthodox Dogmatic Theologians.

FILARET KUČEROV, Vescovo di Leopoli

FILARET KUČEROVFilaret (Sergij Ivanovyč Kučerov), nato nel 1972, dopo aver ricevuto la tonsura monastica nel 1996 nel monastero delle Grotte di Kiev, nel 2011 è stato ordinato vescovo dal metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina Vladimir, e nel 2012 è stato nominato vescovo di Leopoli e Galizia. È medico chirurgo, e ha compiuto gli studi teologici al seminario di Mosca e all’Accademia teologica di Kiev. Dal 2003 al 2011 ha diretto il Dipartimento sinodale della Chiesa ortodossa ucraina per la “Missione di assistenza sociale ai minori”, e dal 2011 presiede il Dipartimento sinodale per la pastorale della sanità. Nel 2012 è stato insignito dell’onorificenza civile “per meriti” di III grado.

CHRISTOS YANNARAS

CHRISTOS YANNARASChristos Yannaras è nato ad Atene il 10 aprile 1935. Ha studiato teologia all’Università di Atene e filosofia all’Università di Bonn e Parigi. Ha ottenuto un dottorato presso la Facoltà di Teologia dell’Università Aristotele di Salonicco, e anche presso l’Università la Sorbona di Parigi. È stato nominato dottore honoris causa all’Università di Belgrado e presso il Seminario St Vladimir (New York) e presso la Holy Cross School (Boston); è stato Visiting Professor alle Università di Parigi (Institut Catholique), Ginevra, Losanna e Creta; professore di filosofia presso la Università Panteion di scienze politiche e sociali di Atene, dal 1982 al 2002; ed è stato eletto membro della Società Greca degli autori. È uno dei principali e più influenti teologi dell’ortodossia contemporanea, con un’ampia popolarità in tutto il mondo cristiano. È lo scrittore ortodosso vivente più prolifico e ha pubblicato più di 50 libri, tradotti in diverse lingue, incluse l’italiano e l’inglese. Tra di essi: La libertà dell’ethos; Persona e Eros; Metafisica Post-moderna; Contro la religione: l’alineazione dell’evento ecclesiale; Ontologia della relazione. L’ambito principale di lavoro di Christos Yannaras è lo studio e la ricerca delle differenze tra la filosofia e la tradizione greca e quelle europee occidentali. Queste differenze non sono limitate al solo livello teorico, ma definiscono anche un modo di vita (praxis). Yannaras è convinto che la libertà essenziale sia possibile  nella e attraverso la riscoperta di noi stessi come membri della comunità locale della Chiesa. Questo implica il rifiuto dell’individualismo e del pietismo, due riduzionismi che hanno alterato profondamente l’esperienza del cristianesimo nel nostro tempo.

GEORGE DEMACOPOULOS

GEORGE DEMACOPOULOSMemoria e perdono nella costruzione dell’identità cristiana. Il caso delle crociate
George Demacopoulos è professore di teologia della storia presso la Fordham University (New York), direttore e cofondatore del Centro di studi cristiani ortodossi. Ambito della sua ricerca e del suo insegnamento sono il cristianesimo antico e la storia della chiesa bizantina. È specializzato nelle relazioni tra l’oriente ortodosso e la chiesa cattolica romana in epoca medievale. Il suo libro più recente è The Invention of Peter: Apostolic Discourse and Discourse and Papal Authority in Late Antiquity, Philadelphia  PA 2013. Demacopoulos si è laureato nel 1992 in Storia medievale all’Università del Tennessee; nel 1995 ha conseguito un master in Teologia maxima cum laude alla Holy Cross Greek Orthodox School of Theology; in seguito un M.A. e un Ph. D. in studi religiosi. È autore di numerosi libri e articoli, tra i quali ricordiamo Five Models of Spiritual Direction in the Early Church, South Bend IN 2007 e, insieme ad Aristotle Papanikolau, ha pubblicato Orthodox Readings of Augustine, Crestwood NY 2008 e Orthodox Constructions of the West, Oxford NY 2013. È coeditore, con Aristotle Papanikolau della serie della Fordham University Press Orthodox Christianity and Contemporary Thought. L’attuale progetto di ricerca del professor Demacopoulos consiste in una rivalutazione degli incontri avvenuti tra Oriente e Occidente nel medio evo, all’epoca delle Crociate.

PORFIRIJE PERIĆ Metropolita di Zagabria-Liubliana

PORFIRIJE PERIĆMemoria e perdono. Riconciliazione tra i popoli oggi
Il metropolita Porfirije (Peric) di Zagreb-Ljubljana è nato nel 1961 a Becej, Serbia. È stato tonsurato dal suo padre spirituale, l’allora ieromonaco Irinej (Bulovič), al monastero di Dečani nel 1985. Nel 1999 è stato ordinato vescovo di Jegar, vicario di Bačka, e nel 2014 metropolita di Zagabria e Liubliana.
Nel 1986 si è laureato alla Facoltà di teologia ortodossa di Belgrado e ha poi proseguito gli studi ad Atene fino al 1990, quando è divenuto igumeno del monastero dei Santi Arcangeli di Kovilj. Molti giovani sono entrati in monastero sotto la sua guida. In quegli anni il monastero di Kovilj divenne un centro spirituale per molti giovani: intellettuali, artisti, attori e musicisti rock, in particolare da Novi Sad e Belgrado. Da allora padre Porfirije si è preso cura in particolare dei giovani tossicomani, per i quali ha fondato la comunità terapeutica “La Terra dei Viventi”, che è stata riconosciuta come uno dei progetti più efficaci per la cura della tossicodipendenza, e che ha attualmente più di un centinaio di ospiti in tutta la Serbia.
Nel 2004 ha difeso la sua tesi di dottorato all’Università di Atene, La possibilità della conoscenza di Dio nel pensiero di San Paolo secondo l’interpretazione di San Giovanni Crisostomo, e ha successivamente insegnato presso il dipartimento di psicologia pastorale alla facoltà di teologia ortodossa di Belgrado. L’assemblea della repubblica serba lo ha eletto in qualità di rappresentante di tutte le comunità ecclesiali e religiose come membro del Consiglio della Radiotelevisione serba, e nel 2008 ne è stato eletto presidente.

SINTESI DELL'INTERVENTO
L’appello evangelico di Cristo al perdono, “se voi non perdonerete agli uomini le loro colpe, nemmeno il Padre vostro perdonerà il vostri peccati” (Mt 6,14-15), è un imperativo assoluto per il cristiano. Non può essere umanamente adempiuto, ma può accadere per grazia di Dio. In ogni caso non è un evento automatico: sono necessari la conoscenza e il pentimento per i propri errori. Perdonare qualcuno di cuore, per amore, è una vittoria sul proprio egoismo, un reale miracolo. Perdonare l’altro, ricevere il perdono dall’altro, è una vera conversione dall’alienazione all’unità; dall’odio all’amore; dalla separazione all'unione.

Per attingere la “riconciliazione tra le nazioni”, è necessario, da un lato, coltivare una cultura del ricordo opposta al risentimento; dall’altro praticare attivamente il fondamentale appello del vangelo al perdono reciproco. È essenziale riconoscere il proprio peccato e pentirsene; solo allora una mutua accettazione del perdono e la riconciliazione saranno possibili.

SABINO CHIALÀ

SABINO CHIALÀSabino Chialà, monaco della Comunità monastica di Bose, è studioso di lingue semitiche, in particolare siriaco, e ha completato i suoi studi presso l’Università di Torino e l’Université Catholique de Louvain-la-Neuve. Si è occupato di apocrifi, pubblicando la traduzione commentata del Libro delle Parabole di Enoc (Libro delle Parabole di Enoc. Testo e commento, Brescia 1997). Per la tradizione siriaca, si è soffermato in particolare sulla figura di Isacco di Ninive, traducendone in italiano alcuni scritti (in particolare, Discorsi ascetici. Terza collezione, Magnano 2004) di cui ha anche preparato l’edizione critica (Isacco di Ninive. Terza collezione, Lovanii 2011; CSCO 637-638; Script. Syr. 246-247) e fornendone alcuni studi introduttivi alla storia e al pensiero (tra cui, Dall’ascesi eremitica alla misericordia infinita. Ricerche su Isacco di Ninive e la sua fortuna, Firenze 2002). Si è occupato anche del monachesimo siro-orientale (Abramo di Kashkar e la sua comunità, Magnano 2005) e della storia dell’esegesi siriaca (La perla dai molti riflessi. La lettura della Scrittura nei padri siriaci, Magnano 2014). Ha anche pubblicato, in collaborazione con Ignazio De Francesco, una raccolta commentata di detti islamici di Gesù (I detti islamici di Gesù, Milano 2009). È autore di un centinaio di pubblicazioni a carattere scientifico o di alta divulgazione.
É accademico dell’Accademia Ambrosiana di Milano e presidente di “Syriaca”, Associazione di studi siriaci in Italia.

MITROFAN DI SEVEROMORSK E UMBA

mitrofanGiustizia e perdono. San Vladimir († 1015), il principe misericordioso
Il vescovo Mitrofan (Aleksej Badanin) di Severomorsk e Umba, è nato nel 1953 a San Pietroburgo. Ufficiale di marina, si congeda nel 1997 con il grado di capitano e nel 2000 prende i voti monastici con il nome di Mitrofan ed è ordinato prete. Nel 2009 ottiene il titolo di candidato in teologia con una dissertazione su san Trifone di Pečenga, e dal 2010 è membro dell’Unione degli scrittori russi.

Nel 2007 è nominato igumeno e nel 2013 il Santo Sinodo lo elegge vescovo di Severomorsk e Umba, affidandogli anche l’incarico di superiore del monastero della Santa Trinità di San Trifone a Luostari, nella regione di Murmansk.

SINTESI DELL'INTERVENTO
Al gran principe Vladimir di Kiev († 1015), è legata la conversione dell’antica Rus’ al cristianesimo. Le fonti agiografiche descrivono la radicale conversione dei costumi di Vladimir dopo il suo battesimo. La Cronaca degli anni passati, in particolare, evidenzia la contraddizione tra l’immagine del principe misericordioso e la necessità di amministrare la giustizia dello stato. Saranno i figli del principe Vladimir, Boris e Gleb, i primi santi della Chiesa russa, a realizzare l’assolutezza della misericordia evangelica opposta alla lotta per il potere. Il loro martirio apparve alla Rus’ cristiana la diretta da realizzazione dell’appello evangelico: “Chi dice: io amo Dio, ma odia il proprio fratello, è un mentitore” (1Gv 4,20).