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Páscoa de Ressurreição

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fresco, Mosteiro de Deciani
fresco, Mosteiro de Deciani
de ENZO BIANCHI
Celebramos hoje a Páscoa, festa das festas, fundamento da fé cristã. Neste dia somos chamados a anunciar com alegria a todos os Homens a vitória da vida sobre a morte, porque Jesús, o Messias, ressuscitou e vive para sempre: Aquele que se fez homem como nós, Aquele que morreu de morte cruel e foi sepultado, ressuscitou dos mortos, como primícias de todos nós (cf. 1Cor 15,20; Col 1,18), chamados a Ele e com Ele à Vida Eterna!

Anno A
Gv 20,1-9

Celebriamo oggi la Pasqua, festa delle feste, fondamento della fede cristiana. In questo giorno siamo chiamati ad annunciare con gioia a tutti gli uomini la vittoria della vita sulla morte, perché Gesù il Messia è risorto ed è vivente per sempre: colui che è stato uomo come noi, colui che è morto di morte violenta ed è stato sepolto, è risorto dai morti, primizia di noi tutti (cf. 1Cor 15,20; Col 1,18), chiamati in lui e con lui alla vita eterna! Sì, Gesù è stato risuscitato da Dio in risposta alla vita che aveva vissuto, al suo modo di vivere nell’amore fino all’estremo: così ci ha aperto una strada da percorrere qui sulla terra e poi nell’aldilà della morte, una strada che niente e nessuno potrà mai chiudere…

Ma ascoltiamo il racconto della resurrezione di Gesù secondo l’ottica «altra» del quarto vangelo. Il testo si apre con un’espressione strana, che suona letteralmente: «nell’uno della settimana». L’autore sta parafrasando il libro della Genesi, dove il primo giorno della creazione è chiamato «giorno uno» (Gen 1,5). In questo modo egli vuole dirci che la resurrezione di Gesù è il compimento della prima creazione, è la nuova creazione: lo Spirito santo che aveva covato la vita sulle acque primordiali ora presiede alla resurrezione di Gesù, l’evento che dà inizio al giorno senza tramonto, alla vita eterna dischiusa a tutti gli uomini e a tutta la creazione.

In quel giorno uno, quando ancora è notte, la notte iniziata con il tradimento di Giuda (cf. Gv 13,30), Maria di Magdala si reca al sepolcro. Il suo cuore è avvolto dalla tenebra della disperazione e della non-fede, perché non ha ancora compreso il compimento che è avvenuto nella morte di Gesù, non riesce a credere alla resurrezione di cui certamente il suo Maestro le aveva parlato. Maria non va per ungere il cadavere, come ci dicono gli altri vangeli, ma semplicemente perché non riesce a distaccarsi da quel Gesù che aveva seguito e amato. Era stata una donna peccatrice, abitata da sette demoni (cf. Lc 8,2), ma nell’incontro con Gesù era rifiorita come nuova creatura: egli si era preso cura di lei, aveva messo in lei la fiducia nella possibilità della conversione, di una vita nuova, ed ora lei si prende cura di Gesù, abbandonato da tutti…

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