Come amare il nemico
15 marzo 2025
Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 5,38-48 (Lezionario di Bose)
In quel tempo Gesù disse:"38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. 43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Anni fa, mi son trovata a dar ripetizioni di fisica ad un ragazzino di quattordici anni. Doveva studiare la teoria della relatività. Alla mia domanda: “Secondo Einstein c’è una ‘legge’ che, potremmo dire, regola tutto l’universo?” la risposta fu “Sì: occhio per occhio, dente per dente!”…
Il compito di fisica il nostro giovane studente ovviamente non lo ha superato, ma quel giorno ho ricevuto io una lezione magistrale: Gesù dimostra grande coraggio e grande libertà proponendo qualcosa che è radicalmente altro da ciò che il mondo considera dovuto, normale, l’ovvio modo di regolare i rapporti umani.
Per Gesù no, c’è un’altra via, che ha proclamato e soprattutto ha vissuto: “Amate i vostri nemici”.
“Occhio per occhio, dente per dente” è disumano, eppure così spesso è la nostra prima scelta. “Amerai il prossimo tuo” è profondamente umano. “Amate i vostri nemici” è profondamente umano e profondamente divino insieme, ed è difficile. Eppure per Gesù è una strada percorribile, per quanto impervia.
“Occhio per occhio, dente per dente” è fondarsi sulla reciprocità del male, “amerai il prossimo tuo” è credere alla reciprocità del bene, “amate i vostri nemici” è credere che la gratuità, non la reciprocità regge il mondo. E ci rende veramente figli (v. 45) a misura di quel Padre (v.48) capace di riversare amore e misericordia su buoni e cattivi, su giusti e ingiusti (v. 45).
Guardare al Padre: le nostre bibbie traducono il termine téleios con “perfetto”: “Siate perfetti come è perfetto...” (v. 48). Ma qui non ci viene richiesta una perfezione morale (che peraltro sarebbe totalmente impossibile alle nostre forze). Téleios rimanda più a una finalità: “siate finalizzati, come è finalizzato il Padre vostro”, abbiate cioè lo stesso fine (télos) che ha lui, perseguite il suo scopo, date vita come lui dà vita (cf. Gv 10,10) e non morte; lasciatevi piuttosto colpire come lui ha fatto in Gesù, ma non siate voi a colpire. Donate ciò che viene preteso da voi. Come riuscirci?
Innanzitutto ricordando che ogni nemico è qualcuno per il quale Cristo è morto. Pregare per lui (v. 44), allora, me lo ricolloca nella sfera dell’amore di Dio. Pregare per lui è chiedere al Padre che riversi nel mio cuore lo Spirito, che solo può rendere possibile quanto con le mie forze è impossibile (Rm 5,5).
In secondo luogo vincendo la tentazione di assolvere noi stessi: se siamo onesti ciascuno di noi può riconoscersi come “nemico da amare”. Ci dice la Scrittura che “mentre eravamo ancora peccatori”, cioè nemici, “Cristo è morto per noi.” (Rm 5,8). Alla gratuità dell’odio ricevuto (“mi hanno odiato senza ragione” Gv 15,25) Gesù ha risposto con la gratuità spiazzante dell’amore senza ragione (“Padre perdona loro” Lc 23,34). Per tutti, anche per me. Io non sono meglio degli altri, eppure sono amato e posso amare.
In terzo luogo occorre imparare a “disarmarsi”, o meglio, come diceva il patriarca Athenagoras, imparare a rivolgere le armi della lotta non contro gli altri, ma contro sé stessi, non per annientare l’altro, ma per annientare l’odio che è in noi, perché non ci domini e non ci determini.
Questo ci rende figli del Padre. E ci rende liberi.
sorella AnnaChiara