L’anima della Legge

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14 marzo 2025

Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 5,27-37 (Lezionario di Bose)

In quel tempo Gesù disse:"27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
31Fu pure detto: «Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto del ripudio». 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: «Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti». 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: «Sì, sì», «No, no»; il di più viene dal Maligno.


Gesù, sul monte, è circondato da molte persone venute ad ascoltarlo. Li accoglie con la parola “Beati” (Mt 5,1ss). Sì, Gesù intercetta l’anelito alla felicità di ogni essere umano.

Le sue parole sapranno toccare nel profondo e mobilitare il desiderio di conoscere la strada della beatitudine? 

L’insegnamento di Gesù si radica nella storia della salvezza di Dio con il popolo d’Israele. Gesù lo dice chiaramente: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la torah o i profeti, ma a dare pieno compimento” (Mt 5,17). 

Ricordiamo! La Torah è stata consegnata da Mosè ai figli d’Israele dopo la liberazione dalla schiavitù in Egitto. Senza negare una dimensione giuridica, questa Legge è innanzitutto un insieme di regole che edificano la vita; indicazioni per custodire il diritto e la giustizia come anche per salvaguardare il bene prezioso della libertà. La Legge, in fondo, è una pedagogia di maturazione umana e spirituale (cf. Gal 3,24). 

Nel brano odierno, per tre volte Gesù dice: “fu detto ... ma io vi dico” (vv. 27.31. 33). Dunque, Gesù fonda il suo discorso nella tradizione. La tradizione, però, che cos’è? Come Gesù la insegna? 

Noi, della tradizione, diamo troppo spesso una interpretazione impietrita: "Si è sempre fatto così". Gesù, invece, la rende viva, la attualizza per l’oggi. Non cancella ciò che era prima. Tuttavia, con la parola “io vi dico”, Gesù dona alla tradizione un respiro, ne svela l'anima, la presenta come traccia capace di rispondere alle esigenze e le questioni attuali. 

Insegnando con autorità (cf. Mt 7,29; 21,23), la sua Parola vuole portarci alla comprensione profonda del desiderio di Dio di una vita bella, buona e felice per ogni persona. 

Chi si attacca alla lettera della legge e osserva i comandamenti in modo solo formale non trova la vera gioia. Chi, invece, li osserva aderendo al loro fine vi scopre il senso, e le grandi regole della vita. In ogni caso, essi sono una scuola di formazione del cuore, fonte di maturazione umana, di crescita nella libertà e nella responsabilità

È eloquente nel brano di oggi l’esempio della persona che è venuta meno alla fedeltà al suo impegno verso un’altra persona, il caso, cioè, dell’adulterio. Gesù dice l’importanza di vigilare sul proprio sguardo, sui propri gesti, perché si svia dal cammino ben prima della consumazione di un atto. “Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore” (v. 28). 

Occorre discernere ciò che abita nella nostra interiorità, nei nostri sentimenti e pensieri. Le pietre d’inciampo li portiamo dentro di noi. Dobbiamo sempre chiederci quanto il nostro occhio, la nostra mano, le nostre parole sono condizionati da atteggiamenti e abitudini mai vagliati, o da bramosia, gelosia, o egoismo. È importante diventarne consapevoli, e fare un lavoro su sé stessi, per giungere a dire dei sì, che siano dei sì, e dei no che siano dei no (v. 37), espressione di scelte mature. 

Gesù, in questo discorso, ci parla della nostra vita concreta, delle nostre relazioni e dei nostri comportamenti. Con ciò egli ci ispira dei percorsi di autentica umanizzazione, che possiamo attuare attraverso gesti di amore e vie di condivisione e comunione veri.

sorella Alice