Non prevarrà il raffreddamento dell’amore
13 dicembre 2024
Mt 24,15-25
In quel tempo, Gesù disse : «15Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l'abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele - chi legge, comprenda -, 16allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, 17chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, 18e chi si trova nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello. 19In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano!
20Pregate che la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato. 21Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale non vi è mai stata dall'inizio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. 22E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli eletti, quei giorni saranno abbreviati.
23Allora, se qualcuno vi dirà: «Ecco, il Cristo è qui», oppure: «È là», non credeteci; 24perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. 25Ecco, io ve l'ho predetto.
Gesù utilizza un linguaggio di tipo apocalittico per porre uno sguardo lucido sulla situazione del mondo. Un mondo con la sua storia passata, quella dei Maccabei (profeta Daniele), quella presente con l’occupazione Romana, e quella futura, annunciando degli eventi che, in fin dei conti, ripetendosi periodicamente sono delle catastrofi persino “prevedibili” in effetti, le vediamo e ne soffriamo ancora oggi. Gli autori biblici hanno spesso reinterpretato le profezie bibliche precedenti per attualizzarle.
È in questo senso che Gesù si ispira alle profezie di Daniele, per leggere l’oggi con gli occhi di Dio. Malgrado le apparenze e le letture mondane della storia sembrino più “oggettive” escludendo Dio, Gesù crede che Dio veglia, attraverso un piccolo gregge rimasto fedele e crede che, né l’iniquità né il raffreddamento dell’amore, potranno prevalere (v. 12) sull’avvento del Regno di Dio perché il lievito nascosto della fede-fedeltà e dell’amore agisce nella pasta dell’umanità.
Pietro, nella sua lettera, riprende la predicazione di Gesù, ne comprende la posta in gioco per l’oggi della sua comunità e esorta i fedeli affinché abbiano fede nella promessa di Dio senza spaventarsi: “Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio…” (2Pt 3,11-12)
Gesù davanti alle sciagure umane come le guerre, non chiede ai suoi discepoli una “crociata”, una guerra detta “santa” per contrastare violentemente la violenza subita, ma consiglia la fuga, il nascondiglio, la ricerca di una protezione e la preghiera per poter restare fedeli e non farsi ingannare dai falsi messia. Messia che possono presentarsi sotto le spoglie delle ideologie politiche, economiche e anche religiose. Uomini o donne che esercitano un fascino e manipolando arrivano al potere. La storia passata, recente e odierna è piena di esempi.
Allora come discernere e riconoscere Gesù Messia nella sua gloria senza essere ingannati? Già ben prima dell’epoca di Gesù i saggi d’Israele nel Deuteronomio hanno messo il popolo in guardia contro i falsi profeti e “sognatori” : “Qualora sorga in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti proponga un segno o un prodigio, e il segno annunciato succeda, ed egli ti dica ‘Seguiamo dèi stranieri che tu non hai mai conosciuto, e serviamoli’, tu non dovrai ascoltare le parole di quel profeta o di quel sognatore … Seguirete il Signore vostro Dio, temerete lui, osserverete i suoi comandi, ascolterete la sua voce, e gli resterete fedeli.” (Dt 13,2-5)
Guardando le reazioni di certi uomini pii con i quali Gesù è entrato in relazione, capiamo che i discepoli, cioè quelli che hanno risposto alla chiamata di Gesù e che il brano odierno chiama “gli eletti”, hanno fatto fatica a capire che Gesù era il Messia. La messianicità di Gesù e dunque la sua futura venuta vanno capite come Lui le ha annunciate: “Non ci sarà altro segno se non il segno di Giona” (Mt 12, 39). Giona è rimasto tre giorni nel ventre del pesce (la tomba di Gesù) ed è stato reso alla vita (la resurrezione). La resurrezione è la luce dell’amore che illumina quelli, “gli eletti”, che seguono il Cristo. Tutta l’umanità, dall’oriente all’occidente, vedrà la luce della folgore, predetta da Gesù (v. 27). Al suo amore folgorante lo riconosceremo.
sorella Sylvie