Contro la religione che adultera la fede

Costellazione della balena
Costellazione della balena

9 dicembre 2024

Mt 23,13-24

In quel tempo Gesù disse 13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. [ 14]
15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
16Guai a voi, guide cieche, che dite: «Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l'oro del tempio, resta obbligato». 17Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? 18E dite ancora: «Se uno giura per l'altare, non conta nulla; se invece uno giura per l'offerta che vi sta sopra, resta obbligato». 19Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? 20Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; 21e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. 22E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso  23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull'anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. 24Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!


È un fenomeno umano abbastanza attestato di ogni tempo e di ogni cultura religiosa, il passaggio dalla fede alla religione. La fede è propria degli inizi di una storia. È un atto di fiducia incondizionato verso Dio, che si percepisce come presenza operante nelle nostre vite; che non chiede nulla se non appunto di fidarsi delle sue promesse anche quando non sembrano così evidentemente realizzabili. 

Nella storia di Israele emblema della fede è Abramo, l’uomo che crede alla promessa di Dio, riguardo la terra e la discendenza. La fede di Abramo non ha bisogno di apparati; ad esempio Abramo offre da solo i suoi sacrifici come gesti di pura riconoscenza a colui con cui ha un rapporto esclusivo. Poi però nel seguito della storia la fede si istituzionalizza, e poco alla volta diventa religione. La religione prevede leggi e norme da osservare, mediatori degli atti cultuali, persone che si dedicano in modo esclusivo all’interpretazione delle Scritture; il tutto supportato da un certo potere economico – le offerte per il tempio – e di inevitabile collaborazione con il potere politico, a garanzia della stabilità dell’istituzione religiosa. Al tempo di Gesù la religione era ben strutturata, e l’intera opera di Gesù può essere vista come una sfida alla religione che culmina con una morte inflitta dall’accordo tra potere politico e religioso. 

Con questa premessa allora possiamo leggere questo capitolo di Matteo senza correre il rischio di relegarlo a qualcosa di storicamente inattuale e poco significativo per noi. No! Le parole di Gesù, anche quelle dure, riguardano sempre anzitutto noi. Noi che nonostante tutto siamo tante volte permeati da spirito religioso e nel contempo “uomini di poca fede”

E allora quali sono gli atteggiamenti contro cui si scaglia Gesù? Anzitutto l’ipocrisia che è tipica di coloro che non riescono a vivere all’altezza dei loro ideali, e quindi finiscono per nascondere, separare, – secondo l’etimologia della parola ipocrita – quello che dichiarano con la bocca dal modo concreto in cui vivono. Poi Gesù si scaglia contro coloro che anziché essere guide che introducono ai misteri e alla conoscenza di Dio, si ergono come unici mediatori finendo per nascondere e sostituire l’esperienza di fede, che è esperienza di libertà, con il rispetto delle regole della religione. 

Nella società antica il giuramento era una forma di garanzia nei rapporti umani e commerciali. Ma Gesù qui svela i trucchi ideati dagli interpreti della legge con i quali i giuramenti potevano essere misconosciuti, cosa che succedeva probabilmente a scapito di persone povere e semplici. Stessa cosa per le decime, una regola con la quale ci si privava di una decima parte del raccolto o del guadagno per donarlo al tempio quale forma di ringraziamento verso Dio, ma che doveva essere anche in origine una forma di ridistribuzione sociale. 

Gesù non disprezza l’osservanza delle norme anche minime della Legge, ma si scaglia contro chi, rispettando cose che costano poco, trasgredisce le istanze morali che muovono le prescrizioni di tutta la Legge e cioè: giustizia, misericordia e fede appunto (v23). E conclude con l’immagine iperbolica di chi filtra l’acqua per non incorrere nel rischio di ingurgitare un moscerino - che è un animale impuro - e poi ingoia un intero cammello anch’esso animale impuro!

In questa pagina Gesù ci richiama contro il rischio di scissione tra la nostra fede e il nostro comportamento, e ci invita a fare unità a costo di ammettere in modo semplice e trasparente, di fronte a Dio e ai fratelli, di non essere all’altezza dell’evangelo, ma come il pubblicano al tempio di fidarci della giustificazione di Dio. 

fratel Raffaele


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