La Parola di Dio

Evangelo, olio su tela di Arcabas
...la Parola di Dio è ciò che dà forza...

«Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la Parola di Dio dimora in voi e avete vinto il Maligno» (1 Gv 2,14). La forza e la lotta contro il Maligno: ecco ciò che contraddistingue il giovane secondo l'apostolo Giovanni. Ecco ciò a cui il giovane è chiamato. E la Parola di Dio è ciè che dà forza al giovane in questa lotta portandolo fino alla vittoria. La Parola di Dio ascoltata, pregata, interiorizzata fino al punto che essa dimora, rimane, abita nel giovane. Sì, il giovane potrà oggi rivolgere diverse critiche alla Chiesa, ma deve anche saper riconoscere il posto di rilievo che la Parola di Dio vi ha ormai acquisito e come questo gli conceda di accedere a una fede più biblica e libera attraverso l'itinerario che dall'ascolto della Scrittura - vero sacramento che consegna la Parola di Dio - lo conduce alla conoscenza del volto di Cristo e all'amore per lui. Ascolto-conoscenza-amore: questo umanissimo itinerario della relazione con l'altro è anche l'itinerario spirituale richieste dal rapporto con il Signore affinché questo non rimanga un vago riferimento che non impegna i comportamenti riducendosi alla pura dimensione intellettuale, ma divenga coinvolgimento esistenziale configurandosi come avventura di tutta una vita!

La Parola di Dio è luce orientatrice per i passi dell'uomo (cfr. Sal 119,105) e al giovane che l'accosta nella fede, confessando che è parola rivolta personalmente a lui, essa arriva a svelare il Cristo stesso come Signore della propria esistenza, come «via, verità e vita» (Gv 14,6) della sua stessa vita. La Scrittura diviene così punto di riferimento e radice di un itinerario di unificazione del giovane: unificazione dalle molte parole alla Parola, dai molti «sé» percepiti come realizzazioni possibili della propria identità all'«io personale», dalla dissipazione nell'esteriorità alla vita interiore, dalla perenne e sempre ulteriore ricerca di novità allo scavo nel profondo a partire da ciò che è essenziale. Unificazione e ordinamento progressivo di tutte le proprie facoltà e relazioni alla luce dell'amore prioritario del Signore.

Certo tutto questo è faticoso, e non è per nulla favorito dal clima culturale attuale, dominato com'è dalle dimensioni dell'immagine e del suono, dal mito della spontaneità, dagli imperativi dell'efficienza e della produttività, dallo slogan del «tutto e subito», dal primato dell'emozionale sul razionale, da una percezione frammentata del tempo per cui si concepisce l'istantaneo, l'immediato, l'episodico e non ciò che è a lungo periodo, non la perseveranza, non la fedeltà, non la pazienza.

Qui però il giovane deve percepire che in gioco c'è la serietà stessa della propria vita, umana e cristiana. Di fronte a una situazione in cui nulla fa presa, nulla si consolida, tutto è a breve scadenza, a breve respiro, il giovane deve assumere la coscienza che «tutte le grandi realizzazioni, così come i vincoli di amore, di matrimonio, di amicizia e i beni della giustizia, della verità e della bellezza, abbisognano di tempo, di fermezza e di memoria, altrimenti finiscono per degenerare. Una frequentazione assidua, quotidiana delle Scritture e, massimamente dell'Evangelo, foss'anche per un tempo breve, è ciò che ogni giovane cristiano, seriamente teso a lasciar regnare sulla propria vita il Cristo Signore, deve assumere come quotidiana apertura alla luce e alla forza della Parola di Dio. Ma questo cammino di conoscenza del Signore deve accompagnarsi a un parallelo movimento di conoscenza di sé.

Enzo Bianchi