Custodi dell'oggi

Comportati così, Lucilio mio: rivendica i tuoi diritti su te stesso, e il tempo che finora ti veniva portato via o ti veniva rubato o ti sfuggiva di mano, trattienilo e custodiscilo. Convinciti che le cose stanno proprio così come ti scrivo: certi momenti ci vengono strappati via, altri ci vengono sottratti furtivamente e altri ci sfuggono senza che ce ne accorgiamo. Tuttavia, la perdita più vergognosa è quella che avviene per nostra negligenza. E se vorrai fare attenzione, comprenderai che gran parte della vita se ne vola via nel fare il male, la maggior parte nel non fare nulla, tutta la vita nel disperdersi in altre cose estranee al vero senso della vita.

Chi potrai indicarmi che attribuisca un giusto valore al tempo, che tenga in pregio la giornata, che capisca di morire un po’ ogni giorno? In questo ci inganniamo: vediamo la morte davanti a noi: gran parte di essa, invece, è già dietro di noi; ogni momento passato è nel dominio della morte. Lucilio mio, fa così come mi scrivi che stai facendo: tieni stretta ogni ora; dipenderai meno dal domani, se ti impadronirai dell’oggi. Mentre si continua a rimandare, la vita se ne va.

Nulla ci appartiene, Lucilio, soltanto il tempo è nostro; la natura ci ha dato il possesso di quest’unico bene che fugge e scivola via, dal quale, però, esclude chi vuole esserne escluso. E gli uomini sono così stolti che, se ottengono cose insignificanti e di nessun valore e sicuramente recuperabili, accettano che vengano loro messe in conto, e invece nessuno per aver ricevuto il tempo ritiene di dover nulla, mentre questo è proprio l’unica cosa che nemmeno una persona riconoscente può restituire.

Tratto da: Seneca, Lettere a Lucilio in Seneca, Tutte le opere, a cura di G. Reale, Bompiani 2000.


La vita procede, evolve, molto spesso sembra sfuggire: il tempo infatti è la materia prima del nostro stare al mondo, senza però che possiamo ottenere un possesso certo dei nostri giorni, una progettualità controllabile, un dominio definitivo. Seneca (4 a.C. – 65 d.C.) in questa lettera ricorda però all’amico Lucilio che “soltanto il tempo è nostro”. Esso richiede da parte nostra una padronanza che non può essere possesso, ma può diventare sapienza, accoglienza dell’imprevisto, attesa, attribuzione di senso…ad ogni oggi.

Come imparare a contare i nostri giorni?