Messaggio della Conferenza Episcopale Italiana

XXIV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa
MARTIRIO E COMUNIONE
Monastero di Bose, 7-10 settembre 2016
in collaborazione con le Chiese ortodosse

BettegaMessaggio di don Cristiano Bettega, Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso 

Eminenze ed Eccellenze Reverendissime,
carissimo fratel Enzo, Priore di Bose,

carissimi fratelli e sorelle della Comunità monastica di Bose e di tutte le Chiese qui rappresentate, dell’Oriente e dell’Occidente, del Nord e del Sud del mondo,
sono molto onorato di poter rivolgere a Voi alcune parole di saluto, molto semplici e sincere, in occasione di questo XXIV Convegno ecumenico. Lo faccio anche a nome di Sua Eccellenza Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, di Sua Eccellenza Mons. Ambrogio Spreafico, Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino e Presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, a nome di tutto l’ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo, e molto volentieri anche a nome mio personale. Avevo programmato da tempo di poter essere presente a questo Convegno, come occasione di fraternità e di amicizia oltre che di studio e di conoscenza; purtroppo una difficoltà sopraggiunta in questi ultimi giorni mi ha obbligato improvvisamente a rinunciare e ad accontentarmi della lettura degli Atti. Mi scuso con Voi, con fratel Enzo e con tutta la comunità per la mia assenza, che tuttavia non è affatto in grado di diminuire il senso di fraterna comunione con Voi e di preghiera per Voi.

E infatti, “Martirio e comunione” è il titolo dato al convegno di quest’anno; concetti che probabilmente sono proprio inscindibili e complementari: quasi si potrebbe dire che dove c’è martirio, lì c’è comunione, e dov’è la comunione, là è anche il martirio. Il martirio di Cristo Signore infatti è il segno supremo della sua volontà di comunione con ogni uomo e ogni donna, e così la Croce diventa l’esempio più grande dell’Incarnazione del Verbo; analogamente, il martirio dei discepoli di Cristo diventa pegno e forza di quella stessa comunione aperta ad ogni uomo, testimonianza di quello stile di incarnazione che è la caratteristica fondamentale di ogni cristiano. Tutti ci accorgiamo di come oggi siamo chiamati al martirio: non come occasione eccezionale della nostra esistenza cristiana, ma come stile ordinario, quotidiano, voluto e accolto in ogni circostanza della vita. Tutti siamo consapevoli di come il martirio di una testimonianza coerente del Vangelo non abbia meno valore del martirio del sangue; ecco, proprio questo credo che possa e debba diventare il segno di una comunione sempre più grande tra noi: non è martire solo colui che versa il suo sangue per testimoniare la fede, è martire anche chi dona il suo corpo a servizio degli altri; e l’amore per il prossimo è sempre amore per Cristo, come lui stesso ci ricorda: “Avevo fame, avevo sete, ero nel bisogno … e mi avete soccorso” (cfr. Mt 25); e quindi è amore indiscriminato, aperto a tutti gli uomini e le donne, perché, secondo la logica del Vangelo, tutti sono fratelli e sorelle.

Allora davvero il martirio diventa un segno potente di unità ecumenica e di comunione profonda: perché ci unisce tutti al Cristo, e di conseguenza ci unisce tutti all’uomo; e il martirio come stile dell’esistenza cristiana rafforza ancor più profondamente la comunione tra noi, discepoli del Signore Gesù, che continuamente cerchiamo di compensare la povertà della nostra testimonianza con la sincerità della nostra ricerca di coerenza.

Eminenze ed Eccellenze Reverendissime, carissimi fratelli e sorelle in Cristo, che il Signore benedica tutti Voi e tutti i fratelli e le sorelle delle Chiese da Voi rappresentate; e che la santità del Martirio del Cristo possa contribuire a rafforzare la santità della comunione tre noi e con Lui, Signore della storia.

Uniti nel Signore Gesù Cristo e in comunione sincera con tutti Voi,
don Cristiano Bettega,
Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso
della Conferenza Episcopale Italiana.