Messaggio di Kirill I, Patriarca di Mosca

XVII Convegno Ecumenico Internazionale di spiritualità ortodossa
LA LOTTA SPIRITUALE NELLA TRADIZIONE ORTODOSSA
Bose, 9-12 settembre 2009
in collaborazione con le Chiese Ortodosse

KIRILL, Patriarca di Mosca e di Tutta la RussiaMESSAGGIO DI KIRILL I, PATRIARCA DI MOSCA

Ai partecipanti e ospiti del XVII Convegno Internazionale di spiritualità ortodossa
“La lotta spirituale nella tradizione ortodossa”
9-12 settembre 2009, Bose, Italia

Eminentissimo padre priore Enzo Bianchi, esimi organizzatori e partecipanti del convegno,

Saluto cordialmente i partecipanti al XVII simposio internazionale di spiritualità ortodossa, organizzato dalla comunità monastica di Bose e dedicato al tema “La lotta spirituale nella tradizione ortodossa”. Un tema fondamentale, di cui difficilmente si può esagerare l’importanza, in quanto tocca l’essenza stessa della vita di chiunque voglia seguire Cristo fino in fondo. Rivolgendosi ai suoi discepoli, il Salvatore dice che l’autentico cammino del cristiano comporta una lotta, dal cui esito dipende la vita eterna dell’uomo: “Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà” (Mc 8,34-35)

L’immagine della vita cristiana come battaglia, come impegno militare risale alle parole dell’apostolo Paolo: “Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Ef 6, 11-12). Con la sua morte in croce e la sua resurrezione il nostro Signore Cristo Gesù ha già sconfitto le forze del male e siede alla destra di Dio Padre “al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione” (Ef 1,21). Ma il trionfo finale del bene sul male non è ancora attuato in questo mondo: sebbene il disegno di Dio sulla salvezza in Cristo sia già manifesto, le forze del male ancora tentano di impedire la trasfigurazione finale del mondo. L’eminente pensatore russo Vladimir Solov’ev ha descritto bene questa situazione del nostro tempo, dicendo che Cristo regna sul mondo, ma non ancora nel mondo. Invero nel mondo vediamo una continua ininterrotta lotta tra le forze del bene e del male, e talora sembra che coloro che san Paolo chiama “dominatori di questo mondo di tenebra” non siano mai stati così forti come oggi. Quando vediamo come nel mondo contemporaneo si spaccia il nero per bianco, la menzogna si traveste di verità, e ciò che in tutta la storia umana era ritenuto peccato ora non è più ritenuto tale, allora capiamo che sono minacciati i fondamenti stessi della salute morale e spirituale della società. La Chiesa di Cristo, pienamente cosciente della sua missione salvifica, con la forza dello Spirito Santo che è in lei non ha mai cessato di smascherare il mondo “quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Gv 16,8), invitando al pentimento e attivamente contrapponendosi alle forze del male nelle diverse sfere della vita sociale.

In verità il combattimento spirituale, come la salvezza stessa, ha una dimensione universale, coinvolge i destini del mondo e dell’umanità. Ciò è evidentissimo anche ai nostri giorni. Ma, come ci dice tutta l’esperienza ascetica dell’Ortodossia, il potere degli “spiriti del male” in questo mondo si esercita attraverso le passioni umane. Le multiformi passioni di cui gli uomini sono pervasi non consentono a Cristo di regnare nel cuore umano, e quindi nel mondo. Perciò il primo obiettivo della lotta spirituale è la vittoria sulle proprie passioni. Senza questa vittoria, senza il “rinnegamento di se stesso”, secondo la parola del Salvatore, qualsivoglia tentativo di ricostruire il mondo anche sui più giusti fondamenti finisce inevitabilmente con un nuovo trionfo del male, come la storia testimonia in modo eloquente.

Questo principio basilare della vita cristiana era ben noto agli antichi asceti, che sulla base della propria esperienza spirituale formularono le regole della lotta alle passioni. Tra le opere ascetiche dei santi padri sono particolarmente note la Scala di san Giovanni Climaco, gli Insegnamenti di Abba Doroteo, i Discorsi ascetici di sant’Isacco il Siro e, naturalmente, la Filocalia, vero e proprio scrigno della saggezza spirituale dei padri anacoreti della Chiesa antica. Queste opere, tradotte e pubblicate in Russia, sono state preziosissima guida nella vita di molte generazioni di credenti ortodossi. Col loro aiuto gli asceti russi attinsero la santità e divennero a loro volta maestri nella difficile arena della lotta alle passioni. Tra loro si distinguono in particolare autori spirituali come i vescovi Tichon di Zadonsk, Ignatij (Brjan?aninov), Teofane il Recluso, i santi padri di Optina Pustyn’. Essi vissero in un passato relativamente recente, onde i loro consigli ai figli spirituali ci appaiono ancora attualissimi.

Nelle loro opere ascetiche i santi padri indicano quattro fondamenti, sui quali costruire un’autentica vita spirituale e la lotta alle passioni: la consapevolezza della propria umana impotenza, il porre ogni propria speranza solo in Dio, la pratica dell’astinenza e l’autolimitazione e, infine, una vita di preghiera. Questa è l’ “armatura di Dio” (Ef 6,11) con il cui aiuto i cristiani, usando le parole di Paolo, possono resistere alle “insidie del diavolo” e conservare così quello che la vittoria divina in Cristo ha già conquistato una volta per tutte.

Confido che lo svolgimento del XVII convegno internazionale rammenti ai cristiani di oggi la necessità che nella vita personale e in quella sociale si seguano le regole basilari dell’ascesi cristiana, e ci aiuti a vedere quanto l’insegnamento ortodosso sulla “lotta spirituale” sia importante e attuale per il mondo contemporaneo.

Con amore nel Signore

+ KYRILL, PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTA LA RUSSIA