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Messaggio del Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura

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XIV Convegno Liturgico Internazionale Bose, 2 3 4 giugno 2016
VISTE DA FUORI
L'esterno delle chiese
Organizzato dal Monastero di Bose 
in collaborazione con
Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana
Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

Cardinale Gianfranco RavasiMESSAGGIO DEL CARDINALE GIANFRANCO RAVASI, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA CULTURA
 

Caro Fratel Enzo,

in un recente contributo a un volume sull'adeguamento liturgico delle cattedrali – del quale ho curato la prefazione - lo storico dell'architettura prof. arch. Paolo Portoghesi, previsto fra i relatori di codesto convegno, scrive: «Il rapporto tra la Cattedrale [ma si può intendere ogni chiesa] e le città europee [".] segna una delle vicende più significative della storia della architettura e della urbanistica, in quanto rispecchia la capacità degli organismi urbani di darsi una leggibilità da parte dei cittadini, basata su un sistema simbolico di immediata decodificazione intuitiva». L'affermazione è subito seguita da un esempio tratto dal volume dell'architetto inglese Augustus Welby Pugin stampato nel 1836 e intitolato Contrasts, dedicato al fenomeno della perdita graduale della identità urbana nelle città europee. Particolarmente stridente appare, nella prima tavola, il contrasto fra una "città cattolica" intorno al 1440 e la medesima città rappresentata dallo stesso angolo di visuale, ma quattrocento anni dopo: all ' insieme organico del tessuto residenziale con le chiese e le sedi delle istituzioni comunitarie, si contrappone quattro secoli dopo un agghiacciante panorama in cui alti edifici impediscono la vista di gran parte della città, gli edifici industriali con le loro ciminiere annullano il valore simbolico dei campanili, mentre in primo piano le imponenti prigioni dimostrano la crescita della delinquenza.

Non è difficile riconoscere in questa descrizione il senso di irritazione da noi stessi provata percorrendo le periferie di quasi tutte le città moderne, dove ogni edificio sorge indistintamente accanto a un altro senza che una piazza alberata o un monumento facciano riposare lo sguardo o rendano riconoscibile un isolato da un altro, mentre gli unici elementi simbolici sono i cartelloni e le insegne pubblicitarie. Al contrario, ricordiamo con piacere un centro storico lasciato intatto nel suo equilibrio armonico o anche un quartiere moderno, quando è frutto di una progettazione attenta anche alla vivibilità urbanistica.

Basterebbero queste considerazioni per salutare con gratitudine il XIV Convegno Liturgico Internazionale di Bose dal titolo Viste da fuori: l 'esterno delle chiese, che si terrà dal 2 a14 giugno 2016.

Le chiese, infatti, con il loro impianto esterno ben riconoscibile - facciata, campanile, sagrato, cupola - indicavano da una parte la predominanza della fede cristiana nei luoghi e nei secoli in cui essa era ampiamente condivisa e dall'altra contribuivano alla qualità artistica e urbanistica del luogo in cui sorgevano. Se oggi la prima condizione sembrerebbe lentamente scemare - anche se in verità la continua richiesta di nuove chiese smentirebbe in qualche modo l'eclissarsi della fede cristiana - permangono certamente le esigenze estetiche e di qualificazione e riconoscibilità urbana.

Sembra ormai tramontata la proposta, avanzata qualche decennio fa, di cancellare ogni segno esteriore della chiesa edificio a favore di un ritorno alla sala delle Domus Ecclesiae dei primi secoli cristiani. Oggi semmai il dilemma, per dirla ancora con Paolo Portoghesi, è o «accettare fa sfida del potere, gareggiando in visibilità e aggressività con le multinazionali e le istituzioni pubbliche, adottando di fatto il linguaggio della pubblicità, o impegnarsi sul fronte opposto, puntando sulla differenza di linguaggio e sulla possibilità di simbolizzare efficacemente il totalmente altro».

Di fronte alla complessità delle questioni che si aprono, intrecciando non solo problemi di architettura, ma anche di ecclesiologia, desidero augurare a tutti un sereno e proficuo confronto in questi giorni di studio su un tema così vivo e attuale. Porgo infine il · mio saluto più caloroso a Lei, caro Fratel Enzo, alla Sua amata comunità, agli organizzatori, ai relatori e a tutti i convegnisti.

 
Gianfranco Card. Ravasi
Presidente