Semplicità

Photo by Sarah Dorweiler on Unsplash
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Fratelli, sorelle,

al Capitolo generale abbiamo ricordato tra gli ambiti del nostro impegno l’obbedienza alla semplicità e quotidianità della nostra vita monastica. La nostra Regola insiste molto sulla dimensione della semplicità e può essere utile ricordarlo. Essa ricorda anzitutto che proprio la semplicità, la quotidianità, la non straordinarietà di tale vita può portarci a cercare forme per sfuggirla, per contestarla, per ovviarvi. Per farne non una vita ordinaria, ma straordinaria. La Regola chiede che la semplicità abbracci tutti gli aspetti del nostro vivere ricordandoci che la straordinarietà della nostra vita cristiana e monastica è nascosta con Cristo in Dio (RBo 10). Perché la vita comunitaria abbia realmente un carattere fraterno essa deve avere un “numero ristretto di fratelli, semplicità di rapporto, modesta attività e accoglienza” (RBo 17); per i consumi e le spese essa indica che si osservi un ritmo adeguato “ai bisogni della comunità e allo stile di vita semplice e povera di ogni cristiano” (RBo 21); le stesse abitazioni, insiste la Regola, devono essere semplici: “la comunità vivrà in case semplici, come quelle abitate dai poveri” (RBo 22); anche per i tempi di riposo, per le ferie, si indica la via della semplicità, di non avanzare pretese esorbitanti: “Nel divertirti, nel riposarti, cerca la semplicità come tutti gli altri” (RBo 33); anche la liturgia dev’essere improntata a sobrietà per manifestare “la bellezza della lode di Dio nella semplicità” (RBo 35); l’ospitalità stessa deve essere permeata dalla semplicità nella maniera in cui si accolgono e ci si rapporta agli ospiti: “Riceverai tutti con semplicità e cercherai di credere che in loro Cristo è presente” (RBo 38).

Tutto questo non può che interpellarci e imporci un esame di coscienza. Tuttavia, semplicità non va confusa con mediocrità o sciatteria, con banalità o trasandatezza o incuria o perfino rozzezza. La semplicità è frutto di ascesi, di scoperta dell’essenziale e di sua custodia come di un bene prezioso. In questo senso essa comporta anche spogliazione. Ma la semplicità è una meta verso cui tendere, essa sta sempre davanti a noi, come singoli e come comunità. In cosa consiste? Sul piano personale essa consiste nel non avere doppi fini, nel non essere tortuosi, nel presentarsi in autenticità, non celando doppi fondi. L’atteggiamento personale di semplicità aiuta molto l’edificazione della vita comunitaria nella serenità, nell’armonia e nella pace. Soprattutto nella verità. Sul piano comunitario essa consiste nell’eliminare o almeno nel ridurre al minimo la dicotomia tra immagine esterna e realtà interna, tra immagine e vissuto. Semplicità trova dunque i suoi nemici nell’ipocrisia e nell’incoerenza. Ecco dunque un nostro impegno: lavorare per la nostra semplificazione personale e comunitaria. Essa ci dona autenticità e credibilità guidandoci verso ciò che è essenziale e portandoci a dire dei sì, a stabilire delle priorità che devono guidare le nostre scelte e orientare i no da dire. Perciò, fratelli e sorelle, siamo sobri e vigilanti, perché il nostro Avversario, il Divisore, come leone ruggente, si aggira cercando una preda da divorare. Resistiamogli saldi nella fede ricercando e perseguendo la semplicità nella nostra vita e nelle nostre relazioni. E tu, Signore, abbi pietà di noi.

fratel Luciano