Camminando si apre un cammino di pace e giustizia

Multithumb found errors on this page:

There was a problem loading image 'https://www.monasterodibose.it/images/newsletter/ecumenismo/finestra_ecumenica_2018/18_03_22_incontro_colombia.jpg'
There was a problem loading image 'https://www.monasterodibose.it/images/newsletter/ecumenismo/finestra_ecumenica_2018/18_03_22_incontro_colombia.jpg'
14 febbraio 2018, i membri del Gruppo di studio teologico del Pellegrinaggio di Giustizia e Pace del CEC, riuniti a Bogotà, in Colombia, si sono uniti ai leader cristiani locali per una liturgia penitenziale e per il lancio della campagna
14 febbraio 2018, i membri del Gruppo di studio teologico del Pellegrinaggio di Giustizia e Pace del CEC, riuniti a Bogotà, in Colombia, si sono uniti ai leader cristiani locali per una liturgia penitenziale e per il lancio della campagna

Il Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) quest’anno ha scelto la Colombia come tappa del suo Pellegrinaggio di Giustizia e Pace. Infatti, dopo il faticoso accordo di pace tra governo e FARC che ha messo fine a oltre 50 anni di guerra civile, la Colombia è attesa da una sfida ancora più grande: trasformare la cessazione del conflitto armato in una nuova stagione di convivenza civile, nella ricerca della verità su quanto accaduto, della giustizia e della pace nei rapporti sociali.

E alle implicazioni anche ecclesiali di questa lunga e complessa rinascita hanno voluto accostarsi i due gruppi di cristiani di tutte le confessioni e di tutto il mondo – dalle Isole Tuvalu alla Russia, dal Canada all’Indonesia, dalla Germania all’Argentina, dal Malawi all’Italia, dalla Corea all’India… – che accompagnano il cammino ecumenico di pace e giustizia: il Reference Group e il Gruppo di Studio teologico. Nelle sessioni di lavoro svoltesi a Bogotà dal 6 al 13 febbraio il rappresentante della Chiesa cattolica era fr. Guido Dotti.

Nei giorni precedenti gli incontri, alcuni dei partecipanti avevano potuto “visitare le ferite”, incontrando realtà locali in diverse parti del paese, ascoltando dalla voce di contadini, ex-guerriglieri, leader di movimenti agricoli, donne impegnate per la pace il faticoso cammino per uscire dalla gabbia della violenza.

Nelle giornate di lavoro a Bogotà, invece, le riflessioni dei partecipanti si sono arricchite di incontri presso il Ministero degli Interni con il Vice-ministro dell’Interno, l’Assessora agli Affari religiosi, l’Alto Commissario per la Pace, il Presidente della Commissione per la verità. È stata ascoltata anche la voce – a volte critica, ma sempre fiduciosa – delle comunità cristiane presenti in Colombia e di uomini e donne che nel quotidiano fanno della loro fede nel Signore Gesù l’anima del loro impegno per la pace e la giustizia sociale. Un pomeriggio è stato dedicato all’incontro con il C.E.L.A.M., l’organismo della Chiesa cattolica che raggruppa i vescovi dell'America latina e dei Caraibi: la comune sollecitudine per l’annuncio del vangelo nella realtà latinoamericana ha trovato in momento di fraterna condivisione. 

L’ultimo giorno di lavoro, mercoledì delle ceneri e inizio della Quaresima, è stato dedicato a una liturgia penitenziale e all’inaugurazione delle “sette settimane per l’acqua”, un’iniziativa del CEC che ogni anno porta l’attenzione di credenti e non credenti sull’importanza decisiva del libero accesso universale all’acqua per la giustizia, la pace e una vita rispettosa della dignità di ogni essere umano.

Le riflessioni bibliche e teologiche, in un’ottica di “accompagnamento” e di “compagnia” con le diverse realtà locali, hanno affrontato tematiche che costituiscono le sfide ritenute più urgenti per le chiese e per l’umanità stessa: “Terra e dislocamento”, “Gender e discriminazione”, “Verità e trauma”, “Colore e razzismo”, cercando anche di coglierne la reciproca interconnessione.

La condivisione delle giornate presso il Colegio Americano gestito dalla Chiesa presbiteriana di Colombia, la partecipazione ai culti domenicali in diverse realtà e parrocchie di Bogotà, gli scambi fraterni che hanno coinvolto anche rappresentanti delle Chiese visitate nelle precedenti tappe del Pellegrinaggio di Giustizia e Pace – segnatamente Israele/Palestina e Nigeria – hanno costituito il tessuto quotidiano di percorso comune che si è rivelato ancora una volta, parafrasando Antonio Machado, “un cammino che si apre camminando”.