11 giugno

Barnaba
apostolo

Le chiese d'oriente e d'occidente ricordano oggi l'apostolo Barnaba.
Pur non essendo uno dei Dodici, Barnaba ricevette il titolo di apostolo a motivo del ruolo importante che ebbe nella chiesa primitiva.
Originario di Cipro e appartenente alla tribù di Levi, Giuseppe chiamato Barnaba, ovvero «figlio della consolazione», vendette il campo che possedeva e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli. Con questo gesto, Barnaba mostrò di aver capito che soltanto chi si spoglia di tutto ciò che si pone realmente alla sequela di Cristo, il cui fine è la koinonia, la comunione nell'amore, segno eminente che distingue le autentiche comunità cristiane.
Barnaba è ricordato inoltre per essere stato il tramite tra Saulo di Tarso e il gruppo degli apostoli. Fu infatti lui a presentare loro Paolo, al quale si affiancò, accompagnandolo ad Antiochia e poi nel primo viaggio missionario. In seguito, per dissensi con l'apostolo degli incirconcisi, si separò da lui e tornò a Cipro con suo cugino Giovanni Marco.
Secondo la tradizione, dopo aver predicato il vangelo a Roma e a Milano, Barnaba si recò a Salamina dove morì martire, lapidato attorno all'anno 63.


TRACCE DI LETTURA

Nessuno tra di loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba, che significa «figlio della consolazione», un levita originario di Cipro, che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l'importo deponendolo ai piedi degli apostoli.
(At 4,34-37)


PREGHIERA

Dio di bontà, datore di ogni dono,
tu hai riversato il tuo Spirito sul tuo servo Barnaba
e gli hai dato la grazia di incoraggiare i fratelli:
aiutaci mediante il suo esempio
a essere magnanimi nei nostri giudizi
e generosi nel nostro servizio.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.


LETTURE BIBLICHE

Gb 29,11-16; Gal 2,1-10; Gv 15,12-17


luca di simferopol 11 giugnoLuca di Simferopol' (1877-1961)
pastore

L'11 giugno 1961, di primo mattino, si spegne il vescovo Luca di Simferopol', al secolo Valentin Vojno-Jaseneckij, ormai completamente cieco da diversi anni.
Nato nel 1877 a Ker, in Ucraina, Valentin divenne dapprima un buon pittore e quindi un chirurgo conosciuto in tutto il paese. La sua vita, fatta di continui e spesso non voluti spostamenti da un capo all'altro del paese, assunse una nuova dimensione quando nel 1920 rimase vedovo con quattro figli a carico. Egli si riaccostò alla chiesa, sebbene in famiglia fosse l'unico credente, e fu ordinato presbitero pur continuando a esercitare intensamente la professione di medico. Stabilitosi a Taškent, fu ordinato vescovo di quella città e conobbe a più riprese la persecuzione e l'esilio a motivo della sua parresia evangelica.
Ovunque il vescovo Luca fu uno straordinario servitore della gente, soprattutto dei più semplici e dei poveri. Nel 1940 egli venne trasferito alla diocesi siberiana di Krasnojarsk, e infine nel 1946 giunse  in Crimea, a Simferopol', che fu la sua ultima sede episcopale. In quella sperduta e decadente città della Crimea, Luca si dedicò anima e corpo all'edificazione della chiesa, dedicandosi soprattutto alla predicazione, ma non cessando mai di approfondire i propri studi medici. Alla sua poverissima mensa vi fu sempre posto per i poveri, gli orfani, gli anziani e i pellegrini di ogni sorta.
La sua vicenda ci è giunta attraverso le Memorie che il vescovo Luca dettò poco prima di morire, e che rivelano la straordinaria avventura di un uomo disposto a tutto pur di annunciare e testimoniare il vangelo in ogni istante della propria vita.


TRACCE DI LETTURA

L'autobiografia del vescovo Luca è straordinaria per due motivi: in primo luogo perché rivela e racconta l'esistenza di un cristiano che ha sofferto per la propria fede il carcere, il confino, le persecuzioni, condividendo con la propria chiesa lunghi anni di silenzio e di martirio, senza mai perdere la lucidità, la forza d'animo, la consuetudine scientifica necessarie a maneggiare i ferri del suo primo mestiere di chirurgo, spendendosi anche in questo modo a favore dei fratelli.
E in secondo luogo perché questa doppia, quasi incredibile vicenda, è illustrata in pagine scarne e asciutte con estrema sincerità, registrando anche i dubbi e le sconfitte spirituali di un uomo che, giunto alla vecchiaia e quasi cieco, racconta la propria vita a un segretario senza condannare nessuno, senza fornire interpretazioni della grande storia in cui è stato immerso, senza esaltare se stesso a protagonista.
(Dalla prefazione alle Memorie del vescovo Luca)


 LE CHIESE RICORDANO...

ANGLICANI:
Barnaba, apostolo

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Barnaba, apostolo (calendario romano e ambrosiano)

COPTI ED ETIOPICI (4 ba'ūnah/sanē):
Šenūsī di Balkūm (III-IV sec.), martire (Chiesa copto-ortodossa)

LUTERANI:
Barnaba, discepolo dell'Apostolo

MARONITI:
Bartolomeo, apostolo

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Bartolomeo e Barnaba, apostoli
Luca di Simferopol', vescovo (Chiesa ucraina)

SIRO-ORIENTALI:
Barnaba, apostolo (Chiesa malabarese)

VETEROCATTOLICI:
Barnaba, apostolo