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28 febbraio

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MARTIN BUCERO
MARTIN BUCERO

Martin Bucero (1491-1551)
testimone

Il 28 febbraio 1551 muore esule a Cambridge Martin Bucero, riformatore della chiesa di Strasburgo.
Era nato a Sélestat, in Alsazia, da una famiglia umile. Essendo un giovane con spiccate qualità intellettuali, l'unica via possibile nella sua povertà per poter studiare era entrare in convento, e così avvenne nel 1506, quando Martin fu accolto dai domenicani della sua città natale.
I suoi superiori lo mandarono dieci anni dopo ad affinare la sua conoscenza teologica presso i domenicani di Heidelberg; fu nell'università di quella città che Bucero conobbe Martin Lutero e fu conquistato alla causa riformatrice. Uscito dapprima dall'Ordine, ma rimasto prete secolare, Bucero fu tuttavia scomunicato quando si sposò con Elisabeth Silbereisen. Perseguitato per le sue idee luterane, egli si rifugiò nel 1523 a Strasburgo, dove divenne il principale protagonista della riforma nel capoluogo alsaziano. Nei venticinque anni dedicati alla riforma, Bucero fu un predicatore convinto del ritorno al vangelo in tutti gli aspetti della vita ecclesiale. Egli organizzò il sinodo locale, grazie al quale tentò poi di creare una rete di piccole «comunità cristiane» confessanti, che dovevano costituire nei suoi intenti le unità evangeliche di base della chiesa, secondo il modello degli Atti degli Apostoli.
Ma Bucero fu anche un sincero uomo di pace. Egli si adoperò in tutti i modi per tenere unite le varie anime della Riforma, per reintegrare gli anabattisti e per giungere a un'intesa con i teologi romani. Esiliato nel 1549 su ordine di Carlo V, Bucero terminò la sua vita a Cambridge, dove diede il proprio contributo alla revisione del Prayer Book anglicano. Alla sua morte, la chiesa di Strasburgo non seguì le sue idee, ma aderì all'ortodossia luterana.


TRACCE DI LETTURA

Fratelli, per quanto riguarda il primo punto della nostra riforma, cioè la predicazione della parola di Dio, dobbiamo ringraziare incessantemente l'onnipotente ed eterno Dio per la sua immensa grazia e misericordia, perché in questi ultimi tempi egli ha mediante la sua sovrabbondante grazia riacceso in noi a tal punto la luce del suo santo vangelo e ci ha salvati e liberati da errori e idolatrie orrendi e perniciosi. E così anche l'insegnamento è talmente radicato nella parola di Dio che non abbiamo coscienza di alcun errore in nessun articolo di fede, ma abbiamo predicato, sul fondamento della santa Scrittura, secondo le nostre capacità, in modo limpido e chiaro, il puro vangelo, dal momento in cui Dio ci ha portati a questa vera conoscenza.
La questione, tuttavia, non è solo che la parola sia predicata fedelmente, ma soprattutto che la gente orienti la propria vita conformemente ad essa, perché non sono gli uditori della parola, ma i facitori di essa che saranno beati. Cristo stesso dice per questo: «Insegnate loro a osservare tutte le cose che vi ho comandate»; in altre parole la gente, attraverso una tale predicazione, sia indotta a cambiare vita, a convertirsi a Dio col cuore.
(Martin Bucero, Le carenze e i difetti delle chiese 2,1)


LE CHIESE RICORDANO...

COPTI ED ETIOPICI (20 amšīr/yakkātit):
Pietro II (+ 380), 21° patriarca di Alessandria (Chiesa copto-ortodossa)
Gabra Marcāwi e Kefla Māryām (XIV-XV sec.), monaci (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Martin Bucero, riformatore a Strasburgo e in Inghilterra

MARONITI:
Cira e Marana di Siria (+ 450 ca), vergini

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Basilio il Confessore (+ 750 ca), compagno di Procopio il Decapolita

VETEROCATTOLICI:
Romano e Lupicino (V sec.), abati