Cantico delle creature

4 giugno 2017

Nel pomeriggio di domenica 4 giugno, Pentecoste, abbiamo avuto la gioia di ospitare nella chiesa della comunità, per il secondo concerto della XVIII stagione 2017 dei Vesperali, il violoncellista Mario Brunello e il coro del Friuli Venezia Giulia diretto da Paolo Paroni, con Pietro Pompei e Flavio Tanzi alle percussioni e Ferdinando Mussutto alla celesta.
Mario Brunello, violoncellista di fama internazionale e visionario capace di percorrere vie di ricerca spirituale al confine tra musica, poesia, teatro e letteratura, è carissimo amico da molti anni della nostra comunità ed è ospite dei Concerti Vesperali dal 2001, come solista (2001, 2003, 2016), o alla guida dell’Orchestra d’Archi Italiana (2002, 2004-11); nel 2012, ha suonato assieme all’ensemble di violoncelli Villa-Lobos, nel 2013 in duo con il pianista Andrea Lucchesini, nel 2014 in duo con Ezio Bosso, nel 2015 con la “Cantoria sine nomine”. Ci è caro ricordare la sua esibizione in occasione dell’inaugurazione della nostra fraternità a San Masseo, Assisi (2011). Il Coro del Friuli Venezia Giulia invece è stato nostro ospite per la prima volta.

Un ascolto particolarmente attento ha suscitato nei numerosissimi ascoltatori lo straordinario brano della grande compositrice russa contemporanea Sofia Gubaidulina, “Il cantico del sole”, “Sonnengesang”, una meditazione sul “Cantico delle creature” di Francesco d’Assisi, che, in un universo di suoni e voci, sembra espandere in altezza, profondità e dilatazione la contemplazione di ogni creatura, animata e inanimata, nei cieli, sulla terra e negli abissi.
Prima dell’esecuzione, Mario Brunello, il coro, e il folto pubblico hanno ascoltato la meditazione introduttiva sul cantico di Francesco d’Assisi tenuta da fr. Enzo.
Nell’inverno 1224-1225 Francesco è un uomo di poco più di quarant’anni, che ha vissuto secondo la forma del santo Vangelo e quando la sua comunità è grande, nel 1220 rinuncia al governo dei fratelli. La salute fisica peggiora e la malattia lo rende debole e gli toglie la vista. Nella sua infermità, ormai somigliantissimo all’umano suo Signore, dopo una notte terribile, di tenebra anche interiore, al mattino si alzò e disse ai frati che erano con lui: “Per la grazia e benedizione così grande che mi è stata elargita… voglio, a lode di Lui e a mia consolazione e per l’edificazione del prossimo, comporre una nuova Lauda del Signore per le sue creature”. E così, fatto silenzio, con il volto verso il sole che non vedeva più, essendo i suoi occhi fasciati dopo essere stati cauterizzati, cominciò a dire:

Altissimu onnipotente bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore
et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane
et nullu homo ène dignu Te mentovare…

Con questo cantico nutrito dalla preghiera di Francesco, ispirato dai salmi biblici e generato dal suo cuore capace di vedere e osservare con gli occhi la bellezza di ogni creatura animata o inanimata, egli dice innanzitutto un “amen”, un “sì” alla vita e a questo mondo, quindi loda, ringrazia il suo Signore che chiama con confidenza e amore “mi’ Signore”, il mio Signore. Francesco “non era più un uomo che pregava, era ormai diventato preghiera vivente” (“non tam orans, quam oratio factus”.

Il concerto vesperale è stata un’autentica esperienza spirituale che ha lasciato in tutti i presenti una traccia che lo spirito effuso nella Pentecoste non mancherà di approfondire: un grande grazie davvero a Mario Brunello e al coro del Friuli Venezia Giulia, cui assicuriamo il nostro ricordo fedele!


CANTICO DELLA CREATURE di FRANCESCO D’ASSISI

Altissimu, onnipotente,
bon Signore,
tue so’ le laude,
la gloria e l’honore
et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu
te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore,
cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual’è iorno,
et allumini noi per lui.

Et ellu è bellu e radiante
cum grande splendore:
de te, Altissimo,
porta significatione.

Laudato si’, mi’ Signore,
per sora luna e le stelle:
in celu l’ài formate
clarite et pretiose et belle.

Laudato si’, mi’ Signore,
per frate vento
et per aere et nubilo
et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature
dài sustentamento.

Laudato si’, mi’ Signore,
per sor’aqua,
la quale è multo utile et humile
et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore,
per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo
et robustoso et forte.

Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi
con coloriti flori et herba.

Laudato si’, mi’ Signore,
per quelli ke perdonano
per lo tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke ’l sosterrano in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente
pò skappare:
guai a·cquelli ke morrano
ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà
ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ’l farrà male.

Laudate e benedicete mi’ Signore
et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.