La morte e gli ultimi giorni del Metropolita Emilianos di Silyvria

Il metropolite Emilianos. Il patriarca Ignazio IV ha detto di lui: Un uomo che sa amare. E ama veramente
Il metropolite Emilianos. Il patriarca Ignazio IV ha detto di lui: Un uomo che sa amare. E ama veramente

Bose, 22 febbraio 2008

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Celebrata la domenica del fariseo e del pubblicano che segna l’ingresso nel Triodo, all’alba di venerdì 22 febbraio 2008 il Metropolita di Silyvria del Patriarcato ecumenico Emilianos (Timiadis) è passato da questo mondo al Padre. Dopo la sua ultima sosta a Bose, dove aveva deciso di vivere come fratello della comunità dall’ottobre del 1995, si trovava da alcuni giorni ad Eghion, in Grecia, ospite del Metropolita di Kalavrita Amvrosios, suo figlio spirituale.

Il pastore Visser ’t Hooft, il patriarca Athenagoras e il metropolita Emilianos de Silyvria
Il pastore Visser ’t Hooft, il patriarca Athenagoras e il metropolita Emilianos de Silyvria

Avrebbe compiuto 92 anni il 10 marzo prossimo. E’ rimasto, fino all’ingresso nel sonno profondo del coma alle 18,30 di giovedì 21 febbraio, pienamente cosciente, nel ringraziamento e nella pace, annuendo con un lieve sorriso ai gesti di affetto e di comunione da cui è stato circondato fino all’ultimo istante. E alla nostra comunità ripeteva sempre, fino alla fine: “Vi porto nel cuore, siete una parte del mio essere, vi abbraccio tutti. Grazie!”

Gravemente malato di tumore al fegato e al pancreas, e vivamente sconsigliato dai medici di mettersi in viaggio, aveva voluto raggiungere Bose per il Tempo di Natale, arrivando il 20 dicembre 2007 accompagnato dal Metropolita Amvrosios, come per un estremo congedo, e ripartendo il 30 gennaio 2008 per la Grecia, per prepararsi al passo finale, nelle sue terre ortodosse che ora accolgono il suo corpo.

Paolo VI e Il Metropolita Emilianos di Silyvria
Paolo VI e Il Metropolita Emilianos di Silyvria

Nel suo ultimo periodo a Bose non ha cessato di far partecipe ancora una volta ciascuno di noi della sua sapienza, della sua intelligenza arguta, della sua conoscenza dell’arte della lotta e del discernimento, e soprattutto del suo amore per Cristo, per la Chiesa, per tutti gli uomini, chiedendo di essere costantemente informato sull’attualità, e scrutando sempre negli eventi il loro volto di sincerità, oltre ogni apparenza. Era fermamente convinto infatti che il Vangelo va vissuto con coraggio nel kairòs presente, nell’oggi, raccogliendone le sfide con slancio generoso e consapevole.
Pregava e chiedeva di pregare. Ha lottato contro la malattia e si è sottomesso con obbedienza alla volontà di Dio. Ricordava che la Chiesa ortodossa invoca in Quaresima soprattutto il “Dio delle Potenze”, e chiedeva la forza di poter compiere fino alla fine la sua missione, dalla quale non si era mai ritenuto esentato, mosso dal suo assillo quotidiano, la sollecitudine per l’unità di tutti i cristiani.

Giovanni Paolo II e Il Metropolita Emilianos di Silyvria - Ginevra, 12 giugno 1984
Giovanni Paolo II e Il Metropolita Emilianos di Silyvria - Ginevra, 12 giugno 1984

Incarnando l’adagio del grande patriarca Athenagoras, con cui viveva in profonda intimità, “Guardiamoci negli occhi”, ha avuto per tutti quanti lo andavano a visitare una parola personale di esortazione e di consolazione: il priore fr. Enzo Bianchi e i fratelli e le sorelle della comunità, il Vescovo Athenagoras di Sinope del Patriarcato ecumenico, venuto appositamente a trovarlo dal Belgio, il suo figlio spirituale dalla vicina Ivrea Kostantinos, ma anche molti fratelli e amici che gli telefonavano, come il Metropolita di Pergamo Ioannis, d’Italia Gennadios, di Francia Emmanuil, di Svizzera Ieremias, di Achaias Athanasios, il Vescovo di Lampsaca Makarios, p. George Tsetsis, suo successore al Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra dopo 25 anni di servizio, e George Lemopoulos, segretario generale aggiunto dello stesso Consiglio. Il Patriarca di Costantinopoli Bartholomeos I, a nome suo personale e di tutta la Chiesa, gli ha fatto pervenire una calorosa lettera di amore fraterno e di affettuosa vicinanza nella malattia.

Dopo aver parlato con lui, George Lemopoulos ha dichiarato: “Ritorna a Dio nella pienezza della vita, attorniato da tutti i suoi figli spirituali”.
“Efcharistò! Mille, mille, mille merci!”…sono le parole da lui costantemente ripetute che hanno accompagnato il suo esodo, parole cui seguiva un largo segno di croce, lento e solenne, semplice e vero. “Io parto: ci rivedremo nel Regno di Dio”.

Il priore fr. Enzo Bianchi e la comunità di Bose entrano in un silenzio pieno di lode e di ringraziamento davanti alla morte di quest’Uomo di Dio, che sentono come una epiclesi sul cammino dell’unità di tutti i cristiani. Domandiamo al Signore di continuare a inviare profeti nella sua comunità e all’amato Metropolita Emilianos di intercedere instancabilmente nei Cieli per tutti i figli di Dio.

Pubblichiamo la Laudatio del priore di Bose in occasione del conferimento al metropolita Emilianos del premio ecumenico “S.Nicola” a Bari nel 2004, ricca di spunti biografici.

E’ possibile inoltre sfogliare alcune pagine del suo libro-intervista Chiamati alla libertà

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pubblicato dalle Edizioni della comunità, con le sue risposte sul tema della morte e delle realtà ultime e con l’Epilogo, con cui si congeda dal lettore.