Ecumenismo: figure e segnali del 2012

 

In occasione della celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio 2013), offriamo un bilancio dell’attuale situazione ecumenica, già apparso sul mensile dei gesuiti “Popoli” 1 (gennaio 2013), quale rinnovata occasione di riflessione sul cammino di unità intrapreso dalle diverse chiese cristiane.

di GUIDO DOTTI 

Nel mondo ecumenico il 2012 sarà ricordato come un anno segnato dalla scomparsa di ben cinque patriarchi – “papa” Shenuda III della chiesa copta, abuna Paulos della chiesa ortodossa etiopica, i patriarchi Maxim di Bulgaria e Ignazio IV di Antiochia, il patriarca armeno di Gerusalemme Torkom – e dal ritiro del primate della Comunione anglicana, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. Questo non vuol dire che non vi siano stati eventi significativi a livello di dialogo tra le chiese, anche se l’attenzione è caduta più sulla preparazione di eventi futuri: dalla prossima assemblea generale del Consiglio ecumenico delle chiese (che si svolgerà a Busan in Corea del Sud nel prossimo ottobre), alle celebrazioni per i 1700 anni dell’editto di Milano promulgato da Costantino, alla definizione dei programmi per il cinquecentesimo anniversario della riforma protestante, che verrà celebrato nel 2017, con una sensibilità e un coinvolgimento ecumenico francamente inimmaginabile fino a pochi decenni orsono.