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Un compito pastorale arduo e urgente

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Conferenza Episcopale Tedesca
Conferenza Episcopale Tedesca

Nei giorni scorsi ha suscitato vivo interesse nel mondo ecumenico, anche italiano, la notizia di un’apertura da parte della Conferenza episcopale tedesca verso l’ospitalità eucaristica per il coniuge non cattolico delle coppie interconfessionali – cioè tra persone appartenenti a due diverse confessioni cristiane. Si tratta di una sollecitudine pastorale che prende in considerazione il vissuto quotidiano di tante coppie cristiane e dei loro figli, discernendo nel loro faticoso cammino di comunione non un problema o una difficoltà ma piuttosto una preziosa opportunità che interpella tutte le chiese sulla portata del riconoscimento reciproco del battesimo e sul cammino verso l’unità visibile dei discepoli di Cristo.

Riportiamo una nostra traduzione di un passaggio della Conferenza stampa tenuta il 22 febbraio 2018 dal presidente della Conferenza episcopale tedesca, card. Reinhard Marx, alla conclusione dell’assemblea plenaria di primavera della Conferenza episcopale tedesca.

Il documento, indirizzato innanzitutto a chi esercita un ministero pastorale, vedrà la luce nelle prossime settimane.

Coppie interconfessionali e partecipazione comune all’Eucaristia

Ci siamo confrontati nuovamente con il tema delle coppie interconfessionali e della loro partecipazione comune all’Eucaristia. Questo a motivo della presenza in Germania di un elevato numero di tali coppie che uniscono due confessioni cristiane: verso di loro riconosciamo di avere un compito pastorale arduo e urgente. Nei mesi scorsi, la Commissione ecumenica e la Commissione per la dottrina della fede hanno lavorato a un documento – coerente con i testi di riferimento del magistero universale degli ultimi decenni, fino ad Amoris laetitia – che intende porsi come ausilio per esaminare, nel contesto del colloquio pastorale, le situazioni concrete e per giungere a una decisione responsabile riguardo alla possibilità per il coniuge non cattolico di accedere alla comunione.

Per questo, le persone alle quali si rivolge questo documento sono in primo luogo i pastori: a loro diamo un orientamento per l’accompagnamento pastorale di coppie interconfessionali che vogliono chiarire tra loro se sia possibile una partecipazione comune all’Eucaristia della chiesa cattolica.

Il compendio parte dal presupposto che, nelle coppie interconfessionali, la fame spirituale di accedere insieme alla comunione possa nei singoli casi essere così urgente che il non soddisfarla possa comportare una minaccia per il matrimonio e per la fede dei coniugi. Questo vale in particolare per le coppie che intendono vivere il loro matrimonio molto coscientemente sulla base della fede cristiana comune e il cui matrimonio unisce già fin da ora le confessioni. Da qui può scaturire una “necessità spirituale grave” che rende possibile, secondo il diritto canonico (cfr. can. 844 § 4 CIC), che il coniuge evangelico si accosti alla tavola del Signore, se confessa la fede eucaristica cattolica. Pertanto l’affermazione centrale del documento esprime il fatto che coloro i quali – in un matrimonio interconfessionale, dopo maturo esame nel corso di un colloquio spirituale con il pastore o con la persona incaricata della pastorale – siano giunti al giudizio di coscienza di poter confessare la fede eucaristica della chiesa cattolica e di voler porre fine a una “grave situazione di emergenza spirituale” nonché di soddisfare il desiderio dell’Eucaristia, possono accedere alla tavola del Signore per ricevere la comunione. L’importante è che si tratta qui di decisioni per casi individuali, che implicano un discernimento spirituale scrupoloso.

Il compendio vuole offrire un aiuto per il caso concreto delle coppie interconfessionali e creare grande chiarezza e sicurezza per il pastore e i coniugi. In questo, la Conferenza episcopale tedesca riconosce una sua particolare responsabilità tenendo conto della già citata grande proporzione di coppie interconfessionali in Germania.

Nelle prossime settimane verrà pubblicato il documento, nel quale possono ancora essere integrati alcuni emendamenti. Mi permetto di aggiungere infine che abbiamo avuto nell’assemblea generale un dibattito acceso su questo tema e che questa decisione non ci è stata facile.